Sergio Castellitto, attore e protagonista del film “Crazy for football”, in programma domani sera su Rai Uno, ha rivissuto sulle colonne del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, domenica 31 ottobre 2021, i mesi bui della pandemia di Coronavirus. Secondo l’artista, c’è assoluto bisogno di dimenticare, ma anche di impreziosire ciò che è accaduto: “Non ho mai creduto che saremo stati migliori. Rispetto a cosa? Purtroppo il dibattito politico mi dà la sensazione che i rancori e gli odi siano tornati a essere materia da prima serata”.
Il pubblico, peraltro, sta stentando a ritrovare l’abitudine di andare al cinema: “Tutto ciò che ci costringeva a fare il gesto attivo di andare in un posto, che implicava la decisione di partecipare non è più automatico. Dobbiamo ricominciare. L’unico vantaggio è che vincerà la qualità. I rami secchi saranno tagliati e prevarrà ciò che ha davvero un senso”. Castellitto ha quindi rammentato l’esperienza di malato Covid, sottolineando come il sentimento più presente sia stato quello della solitudine, la sensazione di essere caduto nel mistero di una malattia sconosciuta: “Non ne ho parlato prima perché non mi piaceva un certo esibizionismo della patologia. Quando ne esci tendi a rimuoverla, ma una cicatrice, un senso di fragilità rimane”.
SERGIO CASTELLITTO: “GREEN PASS? DEMOCRAZIA DOVREBBE SAPER GESTIRE LE MINORANZE DISSIDENTI”
Ancora su “La Verità”, Sergio Castellitto si è detto per nulla convinto della contrapposizione ideologica in essere sul Green Pass nel nostro Paese, dove “se non ti schieri completamente da una parte, diventi il nemico e sei etichettato come barbaro. Con chi la pensa diversamente da me, preferisco praticare il confronto anziché il conflitto”. Un’affermazione che l’attore fa “con il Green Pass in tasca”, esprimendo il suo desiderio di comprendere come mai resista questo tipo di minoranza, in quanto, se non si può accettare che sia assaltata la sede della Cgil, “non si può nemmeno accettare che si sparino gli idranti contro i portuali di Trieste”.
La carta verde, secondo Sergio Castellitto, conserva al suo interno alcune contraddizioni: quali? “Se salgo su un autobus o nel metro non mi viene chiesto niente, ma senza Green Pass non posso andare a lavorare. In Italia probabilmente serve a selezionare chi accetta le regole e chi no. Le persone che non si vogliono vaccinare, e che per fortuna non sono la maggioranza, continueranno a non farlo. Una democrazia forte dovrebbe saper gestire anche le minoranze dissidenti. Al limite, imponendo l’obbligo vaccinale. Il governo dia le sue indicazioni e si vada avanti, senza criminalizzare nessuno”.