Sergio Cofferati a tutto tondo ai microfoni di Un giorno da pecora. L’ex europarlamentare del Pd ha esordito parlando della nomina di Gualtieri a sindaco di Roma: «Gli ho fatto gli auguri ma non ci siamo sentiti, credo abbia molte cose da fare. Siamo rimasti insieme dieci anni a Bruxelles, è una persona determinata, un’ottima scelta per Roma».



Tornando al suo periodo da primo cittadino di Bologna, Sergio Cofferati ha ricordato: «La sera delle elezioni ci fu una bella manifestazioni, il mio fu un insediamento nella norma». Poi sulla scelta di preferire la famiglia alla carriera politica a Bologna: «Il bimbo era piccolo, l’idea di farlo viaggiare da Genova verso Bologna non era giusta, anche perché qualche volta era stato male in macchina. Era giusto fare così».



Sergio Cofferati: “Non posso più fare il pugno chiuso per l’artrite”

Nel corso dell’intervista a Rai Radio 1, Sergio Cofferati si è soffermato sull’ipotesi di un nuovo Ulivo nella sinistra: «L’idea mi pare buona: mettere insieme quelli che hanno opinioni convergenti mi pare una cosa giusta. È giusto provarci. Anche Renzi? Renzi guarda al centro, non ho capito quale sia la sua reale intenzione. Non vorrei che sentendo la parola “sinistra” si irritasse». L’ex segretario della Cgil è poi tornato sulla sua “fede” comunista: «Se faccio ancora il pugno chiuso perché sono comunista? Sono ancora comunista col sentimento, nel cuore, il pugno chiuso con la mano purtroppo non riesco più a farla perché ho l’artrite. L’età lascia qualche traccia a livello fisico…».

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