Sarà un jukebox pieno d’amore quello che ci attende questa sera nella puntata di Techetechetè e tra i protagonisti ci sarà spazio che per Sergio Endrigo, famoso cantautore che ha appassionato il pubblico italiano con le sonorità immortali che spaziano senza tempo da “Io che amo solo te” a “L’arca di Noè”. Nasce a Pola il 15 giugno del 1933 e muore il 7 settembre del 2005 lasciando un vero “vuoto” nel mondo della musica. Lui è stato tra i più grandi e importanti, segnando le sonorità del nostro Belpaese con canzoni che restano impresse nella memoria anche oggi. Techetechetè, nella puntata di questo giovedì 16 luglio 2020, vuole nuovamente ricordarlo. Famose e speciali anche le sue collaborazioni con Gianni Rodari, Vinicius De Moraes, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Ungaretti, evidenziandone uno stile di scrittura unico, riconoscibile e qualitativamente alto. Nel 1968 ha vinto il Festival di Sanremo salendo sul palcoscenico con la famosa “Canzone per te”. L’anno successivo si è aggiudicato la seconda posizione e il terzo posto nel 1970. Dopo essersi dedicato alle più intense canzoni d’amore del ‘900, si è dedicato all’interpretazione di brani per bambini.
SERGIO ENDRIGO, IL MITO DI UN CANTAUTORE IMMORTALE
Tra le canzoni più famose di Sergio Endrigo, non possiamo dimenticare “Canzone per te”, “Lontano dagli occhi”, “L’arca di Noè”, “Ci vuole un fiore”, “Io che amo solo te”. Proprio quest’ultima, è sicuramente la sua melodia più famosa. Pubblicata nel 1962, è stata scritta dallo stesso cantautore con l’arrangiamento di Luis Enriquez Bacalov. Il testo parla di un uomo che si rivolge alla sua amata, raccontando un sentimento unico ed assoluto. Nel 2006, un anno dopo la sua morte, arriva il Premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano in questione nella sezione Tributo all’emozione poetica delle canzoni italiane di tutti i tempi. “Io che amo solo te” si trova al decimo posto delle 250 canzoni italiane più belle di sempre. Dopo la sua incisione, sono stati molteplici i cantanti che hanno voluto interpretarla. Tra questi: Ornella Vanoni, Mina, Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Giuni Russo, Fiorella Mannoia e Massimo Ranieri. Endrigo non studiò mai musica ma sulla chitarra inventò tutte le sue canzoni più belle: “Perché ho scelto la chitarra? Mia madre non aveva certo i soldi per farmi studiare il pianoforte e poi la chitarra è facile, fa “strimpellare”, costa poco, è facile da trasportare ed è adatta per accompagnare la propria voce…”, dichiarò, come rammenta Corriere. Antimilitarista e dichiaratamente di sinistra, il mito di Endrigo non morirà mai anche per i valori che il suo animo possedeva. La sua ultima apparizione avvenne nel 2005 in occasione del Festival di Sanremo di Paolo Bonolis che gli tributò un omaggio affettuoso. Il cantautore era già malato ma a farlo soffrire di più furono le cattiverie derivanti dalla ‘fama’ di iettatore che gli fu attribuita e che in passato lo portò a solidarizzare con Mia Martini, anche lei bersaglio di un trattamento simile.