Vertice di Arrajos per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il summit vede protagonisti 15 capi di Stato non esecutivi, temi ufficiali della riunione sono il sostegno all’Ucraina e le sfide europee in vista delle prossime elezioni dell’Europarlamento del 2024. Nonostante i panel di lavoro a porte chiuse, sono state rese note le prime indicazioni sull’intervento del titolare del Quirinale, un indirizzo importante per l’Italia e per l’Europa.



“Accanto – e al di là – della doverosa solidarietà all’Ucraina, sostenendola scongiuriamo il pericolo di un conflitto dai confini imprevedibili”,  questo il senso dell’intervento di Mattarella al panel sulla guerra in Ucraina riportato dai colleghi dell’Agi: “Se l’Ucraina cadesse, ha spiegato il presidente, assisteremmo a una deriva di aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo – come avvenne nel secolo scorso tra il 38 e il 39 – condurrebbe a un conflitto generale e devastante. Per il capo dello Stato è motivo di tristezza vedere tante vite stroncate, tanta distruzione, immani risorse finanziarie bruciate in armamenti, ma quanto stiamo facendo tutela la pace mondiale”.



Le parole di Mattarella al vertice di Arrajos

L’auspicio, ha proseguito Mattarella, è che si creino le condizioni per un processo che conduca alla pace, ma una pace giusta e non effimera. Nel corso del suo intervento, riporta sempre Agi, il presidente della Repubblica ha rimarcato che l’Unione europea ha reagito con fedeltà ai suoi valori: con compattezza, con assistenza militare e con prospettive assicurate per la ricostruzione. Non è mancata una riflessione sulle tante vite spezzate: “E’ motivo di tristezza vedere tante vite stroncate, tanta distruzione, immani risorse finanziarie bruciate in armamenti, ma quanto stiamo facendo tutela la pace mondiale”. Mattarella ha aggiunto che la Russia ha deciso di violare le regole della convivenza internazionale che aveva contribuito a costruire. Tutto questo, ha proseguito, rafforza l’allargamento all’Ucraina, ai Balcani occidentali – non scavalcabili in questo processo – alla Moldova e, quando sarà il tempo, alla Georgia.

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