Sergio Mattarella, capo di Stato, è intervenuto in occasione dell’edizione numero 40 del seminario per la formazione federalista europea, svoltasi durante l’80° anniversario del Manifesto di Ventotene. Inevitabilmente, il Presidente ha espresso il proprio pensiero e condiviso le proprie riflessioni con i presenti circa la delicata situazione che sta attraversando l’Afghanistan, conquistato dai talebani in un lasso di tempo davvero ristretto e ripiombato nel Medioevo culturale che, soltanto vent’anni fa, aveva marginalizzato il ruolo della donna, impedendole quasi di esistere (no, non è un’iperbole, purtroppo).



Mattarella ha dichiarato che quanto accaduto in landa mediorientale non ha fatto altro che mettere in inconfutabile evidenza “la scarsa capacità di incidenza dell’Unione europea, totalmente assente negli eventi. È indispensabile assicurare subito gli strumenti di politica estera e di difesa comune. La Nato è importante, ma oggi è richiesto che l’Unione europea abbia una maggiore capacità di presenza nella politica estera e nella difesa. Questa prospettiva è importante anche per gli Stati Uniti”.



MATTARELLA: “SCONCERTANTE ESSERE SOLIDALI MA NON ACCOGLIENTI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE AFGHANA”

Nel prosieguo del suo discorso, Sergio Mattarella ha asserito che in questi giorni appare quantomeno “sconcertante” che, da parte degli europei, ci sia grande solidarietà verso gli afghani che perdono libertà e diritti, “ma purché rimangano lì e non vengano qui, perché non li accoglieremmo. Questo non è all’altezza dei valori e del ruolo storico dell’Unione”.

A detta del nostro Presidente, nell’Ue ci sono due categorie di Paesi: i Paesi piccoli e quelli che non hanno compreso di essere piccoli e lo stanno comprendendo adesso. Bisogna quindi optare “per una sovranità condivisa dell’Unione, che non è una rinuncia ma l’unico modo per conservarla, per affrontare i problemi globali”. Insomma, Mattarella ha fatto leva sulla storia e sui valori che hanno ispirato l’istituzione dell’Unione europea e ha ricordato a tutti che, prima di qualsiasi istituzione o problema di un singolo Stato, viene l’umanità, a maggior ragione dinnanzi a scenari complicati e carichi di tragedia come quello palesatosi in Afghanistan.