CHI È SERGIO RAMELLI: IL SUO OMICIDIO A CRONACHE CRIMINALI

Al centro della puntata di “Cronache Criminali” in onda stasera, lunedì 12 dicembre 2022, ci sarà l’omicidio di Sergio Ramelli, la cui vicenda verrà ricostruita passo a passo nel corso del programma. L’assassinio dello studente milanese, che perse la vita a soli 19 anni, avvenne il 13 marzo 1975, quando il ragazzo, militante del “Fronte della Gioventù”, stava rincasando in via Amadeo, a Milano. Dopo avere parcheggiato il suo motorino in via Paladini, si diresse verso l’abitazione, ma (erano gli anni di piombo, ndr), fu intercettato e aggredito da un gruppo di extraparlamentari comunisti di “Avanguardia Operaia”.



Erano tutti armati di speciali chiavi inglesi, le Hazet 36, e con queste colpirono Sergio Ramelli ripetutamente all’altezza del capo. Stando alle ricostruzioni dell’epoca, il giovane perse i sensi e venne lasciato esangue al suolo. Come ricorda “Il Riformista”, gli aggressori, “tra cui Marco Costa, Giuseppe Ferrari Bravo, Claudio Colosio, Antonio Belpiede, Brunella Colombelli, Franco Castelli, Claudio Scazza e Luigi Montinari”, provocarono numerosi traumi alla vittima, che morì il 29 aprile, a più di 45 giorni dal pestaggio subìto.



SERGIO RAMELLI, L’OMICIDIO: SOLTANTO DIECI ANNI DOPO SI GIUNSE AI RESPONSABILI

I responsabili dell’agguato che costò la vita a Sergio Ramelli furono identificati soltanto a distanza di dieci anni dalla morte di quest’ultimo e, prosegue “Il Riformista”, “dopo un’iniziale condanna per omicidio preterintenzionale in primo grado, furono riconosciuti colpevoli di omicidio volontario al termine dei tre gradi di giudizio del processo, durato da 1987 al 1990″.

Il quotidiano “Il Secolo d’Italia”, all’interno del numero in edicola il 27 marzo 1987, riportò alcuni passaggi della testimonianza di Marco Costa, tra gli assalitori di Sergio Ramelli: “Dopo qualche minuto di attesa sotto casa Ramelli, vidi arrivare Sergio che reggeva il motorino attraversando la strada. Anche lui mi vide, ci guardammo negli occhi. Un attimo e il pestaggio cominciò. Lo avevo davanti a me, si copriva la testa con le mani e aveva il volto scoperto. Gli tolsi la mano dal capo per colpirlo alla testa. Mentre lo colpivo urlò e cadde per terra sopra il suo motorino… Poi, tornammo subito in facoltà per riconsegnare le chiavi inglesi”.