Straordinario Sergio Rubini nella Notte della Taranta. Con la sua voce fuori campo accompagna ed introduce le esibizioni della serata, con la consueta eleganza e stile. “L’amore può essere appassionato, l’amore può essere coraggioso, a volte folle, può essere per sempre ma anche un amore passeggero“, racconta il regista e attore. “Questa storia è una storia di inseguimento di un amore”, spiega ancora Rubini introducendo una delle prime esibizioni artistiche in scaletta. “Il protagonista vuole sedurre una ragazza incontrata per strada, lei non può cedere perché non ancora fidanzata. Se cedesse perderebbe la sua dote…”. Un racconto reso magico dall’intonazione di Rubini, ma anche dall’atmosfera suggestiva che si respira nella piazza di Melpignano, nonostante sia tristemente vuota. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)

SERGIO RUBINI PROTAGONISTA NELLA NOTTE DELLA TARANTA

Pur senza la cornice di pubblico che l’ha sempre caratterizzata, torna La Notte della Taranta. La manifestazione, giunta alla sua 23esima edizione, andrà in onda oggi, venerdì 28 agosto su Rai Due, per la conduzione di Sergio Rubini. Più che presentare l’evento, l’attore pugliese indosserà le vesti di narratore dell’intera serata. A lui il compito di guidare lo spettatore da casa, in una kermesse che a causa del coronavirus è stata pensata appositamente ad uso televisivo, fungendo da collante tra i vari momenti di musica e ballo che caratterizzeranno lo spettacolo. A lui l’onore e l’onere di raccontare agli italiani che non ne conoscono l’arte, la straordinarietà della pizzica, la tradizionale danza salentina che ancora una volta dalla piazza di Melpignano, per una volta tristemente vuota, tenterà di contagiare tutti gli italiani.

SERGIO RUBINI CONDUCE LA NOTTE DELLA TARANTA

Ritorno su Rai Due dunque per Sergio Rubini dopo “Maledetti amici miei”, lo show andato in onda questo inverno al fianco di Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Max Tortora e Giovanni Veronesi. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno nel mese di marzo, in piena pandemia di coronavirus, Sergio Rubini ha mostrato una volta di più il suo amore viscerale per Taranto, tracciando un parallelo tra il virus silenzioso che uccide e l’Ilva: “Credo che l’Italia oggi possa mettersi nei panni di Taranto, che possa comprendere cosa significhi dover scegliere tra salute e lavoro, tra chiudere oppure continuare a produrre. Anzi, le dirò di più. Taranto vive una situazione ancora più drammatica, perché si trova a combattere la sua battaglia per la salute in totale isolamento rispetto ad un Paese che oggi non si sente solo di fronte ad un’emergenza nella quale è coinvolto l’intero pianeta. (…) Dopo il Coronavirus, dovremo tornare a occuparci seriamente dell’Ilva, che è un altro Covid-19, forse anche 20 o 21, ma tutto tarantino”.