Un Sergio Rubini del tutto diverso rispetto a quello dei suoi personaggi: questo il riassunto della prima puntata di Maledetti Amici Miei. Così come è avvenuto con gli altri colleghi, anche l’attore ha ottenuto un assolo che gli permettesse di finire sotto i riflettori senza il supporto degli altri tre. Prima però abbiamo avuto l’occasione di vederlo burbero, lo sguardo severo e pronto a mettere in difficoltà Alessandro Haber. In particolare durante lo sketch sui valori, nato in seguito ad una finta telefonata della figlia Celeste. Rubini è stato uno dei primi a mettere in scacco l’amico, chiedendogli nei momenti di maggior difficoltà di raccontare dei dettagli collaterali al racconto principale, come il nome delle due amiche della figlia incontrate per strada. Una parentesi legata al disvalore dell’ipocrisia, poi sfociata nell’invettiva di Haber contro tutti i registi. “Sono delle merd*“, ha detto forse sperando i non dover dire nulla di più. Peccato che Rubini fosse già pronto all’attacco: “Vediamo se hai il coraggio, dì i nomi dei registi merd@“. Niente da fare, Haber ha fatto subito un elenco più o meno lungo, creando assieme ai complici una delle pagine più comiche del programma. Clicca qui per guardare il video di Alessandro Haber.



Sergio Rubini: “Siamo l’ultimo avamposto della tv generalista”

Lontano dal set televisivo, Sergio Rubini continua a seguire la sua fitta agenda fatta di appuntamenti dedicati al mondo del cinema. Al fianco di Toni Servillo, sarà uno dei protagonisti del talk show in due serate all’Apulia Film Festival, previste per i prossimi 12 e 13 ottobre. Nella prima delle due date verrà trasmesso anche il film L’uomo nero, che il regista di origini pugliesi ha realizzato nel 2009, la decima pellicola per quanto riguarda la sua filmografia. L’autista distratto è invece il monologo che ha regalato al pubblico di Maledetti Amici Miei durante la scorsa puntata. “Siamo l’ultimo avamposto della tv generalista“, dice dalla finta balconata. Data la sua esperienza nel dietro le quinte, ha deciso di concentrare il suo intervento su una delle figure più fondamentali nel mondo del cinema: l’autista. “Se non ci fossero gli autisti, gli attori non potrebbero raggiungere il set, i registi non potrebbero andare nelle location, i produttori non troverebbero la cocaina“, continua strappando diverse risate. “Il mio autista ha un nome che è tutto un programma: Vito“, continua parlando del suo incontro con questo personaggio particolare, incontrato sul set di uno dei suoi ultimi film. Parte l’aneddoto: Vito lo deve accompagnare e si vanta di tutte le personalità che ha trasportato a bordo della sua auto. Peccato che il mezzo emana un effluvio nauseabondo di deodorante. Così Rubini decide di lasciare aperta la portiera durante una sosta, ma caso vuole che un piccolo incidente la fa chiudere e Vito parte senza che il regista sia ancora a bordo. “Con un inizio di questo tipo o si faceva a botte o nasceva un grande amore“, continua. Clicca qui per rivedere il video di Sergio Rubini.



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