Sergio Staino, noto disegnatore e vignettista, è morto oggi all’età di 83 anni. Il suo decesso è comunicato dai principali quotidiani online, a cominciare dal Corriere della Sera, che fa sapere come Sergio Staino sia deceduto in ospedale a Firenze, dove lo stesso era ricoverato da qualche giorno, malato da tempo. Vignettista ma anche giornalista, è stato il “papà” di Bobo, il suo personaggio più celebre. Antonio Carioti, autore e giornalista del Corriere della Sera, lo ha ricordato così: “Ci mancherà molto Bobo, antieroe ingenuo e pasticcione di una sinistra disposta a prendere in giro sé stessa. Il suo creatore Sergio Staino è scomparso oggi all’età di 83 anni, lasciando un grande vuoto nel mondo della satira e il ricordo di tanti sorrisi — a volte anche belle risate — che era riuscito a strappare con le sue strisce e vignette in oltre quarant’anni di attività”.



Sergio Staino nacque a Piancastagnaio, in provincia di Siena, l’8 giugno del 1940, figlio di un carabiniere; fin da giovane si vide il suo grande talento per il disegno e decise quindi di coltivare quella sua dote naturale, oltre che una grande passione, laureandosi in architettura e lavorando a lungo come insegnante di educazione tecnica.



SERGIO STAINO È MORTO A 83 ANNI: L’APPRODO NEL MONDO DEL FUMETTO NEL 1979

Nel mondo del fumetto approdò piuttosto tardi, nel 1979, con la nascita appunto di Bobo, il suo simpatico personaggio auto-ironico. Il fumetto esordì sulle pagine della rivista Linus riscuotendo subito un grande successo: iscritto al Pci, calvo, con la barba e gli occhiali, era considerato una sorta di alterego del suo creatore.

Nel 1982 l’approdo all’Unità come vignettista (dello stesso giornale diverrà poi anche il direttore). Dal 2017 lavorava per La Stampa e nel 2018 aveva collaborato con l’Avvenire. E’ stato inoltre sceneggiatore in due film, leggasi Cavalli si nasce (1988) e Non chiamarmi Omar (1992), oltre che autore di numerosi libri. «Oggi — aveva raccontato durante una recente intervista — c’è meno bisogno di satira. Oggi i politici si dissacrano da sé».