Circola in queste ore che vorrebbe Sergio Staino, celebre vignettista, morto in seguito al ricovero. Questa falsa notizia è stata smentita dalla stessa Asl Toscana Centro in un comunicato, negando che forza che Sergio Staino sia morto. “Sono del tutto infondate le voci che stanno circolando in queste ore sulla morte di Sergio Staino – si legge nel comunicato che sta circolando da oggi 17 novembre – Il noto vignettista e disegnatore è ricoverato all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze”.
Come ha comunicato la Asl Toscana Centro, le condizioni di Sergio Staino sono ancora “stazionarie” mentre “la prognosi è ancora riservata”. Il vignettista 82enne è stato ricoverato in data 31 ottobre scorso, quando una patologia neurologica lo aveva costretto al ricovero in pronto soccorso. Da allora si trova ancora ricoverato ma si smentisce con forza la sua morte. In una nota precedente, datata 7 novembre scorso, la Asl aveva comunicato un “leggero miglioramento alla problematica neurologica”, che però non aveva permesso di sciogliere la prognosi rimasta quindi riservata.
Sergio Staino è morto? La bufala e gli aggiornamenti sulle vere condizioni di salute
Sergio Staino è ricoverato dal 31 ottobre e in data 7 novembre la Asl Toscana Centro aveva rilasciato un primo comunicato fornendo aggiornamento sulle condizioni di salute del vignettista: “sta riemergendo dal coma, pur rimanendo sedato. La prognosi tuttavia rimane ancora riservata” si leggeva. Dall’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze il fratello Franco Staino, sentito da Adnkronos, aveva infatti fatto sapere che l’artista “è sedato, come prevedono i protocolli medici, ma si muove. Tutta la famiglia unita è accanto a mio fratello. Siamo fiduciosi in una pronta ripresa”. Sebbene non ci siano ulteriori aggiornamenti dopo questa data, il comunicato odierni smentisce la morte di Sergio Staino, classificando questa notizia come una bufala.
Sergio Staino ha conquistato la fama di vignettista e disegnatore a partire dal suo debutto con Bobo, un personaggio dalla vaga somiglianza con Umberto Eco ma dichiaratamente ispirato all’artista stesso, pubblicato per la prima volta nel 1979 sulla rivista Linus diretta da Oreste Del Buono. Nel 1986 ha fondato e diretto il settimanale satirico Tango. Nel 2016 diventa direttore de l’Unità al fianco di Andrea Romano, una carica che lascia nel 2017 quando il 1° aprile di quell’anno i giornalisti protestano contro il piano di ridimensionamento del personale del 60%. Nel 2017 inizia a collaborare con La Stampa e dal 2018 anche con Avvenire. Dal 2019 le sue vignette compaiono anche su Il Riformista.