In Serie A, La Maggica è stata la prima a chiamarsi fuori dalle aspirazioni di grande Europa. Con un incontro al rallentatore, sbiadito, condito solo da attacchi inconcludenti nel finale, i giallorossi hanno in pratica salutato l’approdo alla Champions. Erano ritornati a vederla da vicino ma, come era successo al Giglio a Schettino, invece di raggiungerla si sono affossati. I romani, con alto tasso di casino societario, rischiano di finire ai preliminari per l’Europa League. E’ terminata l’esposizione di macchine utensili per la lavorazione della LAMIERA. Padiglioni e stand bellissimi ed eleganti degni della forza di questo settore italiano; le fiere non debbono essere solo un fatto commerciale ma anche un momento di riflessione, di confronto, di rappresentazione delle evoluzioni future dell’intera società. Non solo proposizione dello sviluppo ma anche della sua sostenibilità. Una fiera internazionale, degna di tale nome, deve servire ad ampliare culturalmente il modo di fare impresa, a vedere “lungo”. Ci si rivedrà a Milano nel marzo 2021!
La prossima domenica sarà una giornata di passione: si voterà per eleggere il nuovo Parlamento europeo. L’Europa è la nostra grande casa, ha bisogno di alcuni abbellimenti ma dobbiamo porre grande attenzione a non distruggerla. Se venisse a mancare come potrebbero le economie dei nostri paesi contrapporsi ai giganti americani ed asiatici? Per noi sarebbe in vero disastro! Come sarebbe terribile una retrocessione dalla Serie A della Viola. La cavolata di aver esonerato Pioli,un primario, per sostituirlo con Montella, un infermiere, fa sì che alla prossima giornata la Fiorentina sfiderà il Genoa per una partita decisiva. Una delle due perdendo, se non avverranno combinazioni quasi impossibili nei risultati degli altri incontri, darà l’addio alla massima serie. Sarebbe un disastro anche per il campionato che, per destare interesse, non può perdere squadre di così elevato lignaggio e numero di tifosi.



A San Siro, quando all’inizio della ripresa tale Ciano (un discendente? Non so) si è impossessato del pallone e, con sussiego, lo ha depositato sul dischetto, lo stadio si è ammutolito, qualche tifoso imprecava mentalmente e pensava a come torturasi per punirsi d’essere nato milanista. Poi rincorsa del broccaccio ciociaro e Donnarumma, parando, ha giustificato lo stipendio e salvato i casciavit dal suicidio. La squadra rossonera, fino a quel momento criticabile, si è ringalluzzita e, approfittando del fatto che oramai il Frosinone il suo lo aveva fatto, ha dato ai propri seguaci la soddisfazione di rimanere in lotta per la Champions. Obiettivamente, con questa squadra, Gattuso ha fatto un miracolo, altro che sustituirlo. Dopo l’avanspettacolo pomeridiano, sul far della sera della domenica, sono scese in campo le squadre vere: Inter vs Napoli e Juventus vs Atalanta.



I bauscia hanno iniziato con Icardi in panchina, a mio parere una cavolata. Maurito, anche quando gioca male, fa paura agli avversari che non hanno mai il coraggio di avanzare. Senza lui si sentono autorizzati a portarsi in avanti. Però è Spalletti che decide: a lui piace rischiare fino all’ultimo. Il Napoli è senza dubbio più forte dell’Inter e lo si visto subito. Allan è partito dominando e Zielinski ha indovinato il tiro della domenica sera. Rete e palla al centro. L’Inter non è mai riuscita a trovare linee di attacco ed è rimasta in costante affanno.
Che cosa ci faceva Politano fermo a destra, nessuno ha capito che il centrocampo ballava? Finalmente, alla ripresa, l’Inter si è presentata con la difesa a tre e Icardi al posto di Politano: le cose si sono messe un poco meglio e il gioco a scorrere. Purtroppo le azioni, talvolta belle, sono sempre finite con errori nell’ultimo passaggio. Gli azzurri si sono impegnati alla morte ottenendo una seconda rete, di testa, con Mertens alto venti centimetri in meno di Miranda. Poi Koulibaly ha salvato sulla linea, Lautaro ha colpito una traversa e l’Inter si è beccata una terza rete, anche sfigata. Poi solo Napoli. Ora l’Inter dovrà vincere assolutamente con l’Empoli che, in periodo di ottima forma, si presenterà al Meazza con il coltello fra i denti, dovrà fare risultato per non retrocedere.



Intanto la Dea, a Torino, ha approfittato per fare risultato di una Gobba festaiola impegnata a preparare i festeggiamenti per l’ottavo scudetto consecutivo in Serie A. Oramai ha in tasca un quasi sicuro biglietto per la Champions e se lo merita: aspettiamo le sentenze dell’ultima giornata.