Dopo solo cinque minuti il Milan, che apriva in anticipo la 16^ giornata di Serie A, era già passato in testa alla classifica. La Salernitana, ultima della classe, è una di quelle squadre raccogliticce che non capiscono l’obbligo di difendersi e… sperare. Vogliono sentir dire che giocano un bel calcio. Finisce che a Natale sono già in serie B. Per il popolo casciavit è stato un pomeriggio senza patemi d’animo, lo sparring partner era inesistente. Per i rossoneri non c’è stato bisogno di sforzi, è stato un buon allenamento per la Champions. L’andamento dell’incontro è servito a marcare la differente forza del Milan rispetto alla Juve. Costoro nella precedente giornata hanno rischiato di non vincere contro i granata, il Milan ha vinto giocando in surplace. Ecco perché fra le due squadre corrono molti punti di distanza in classifica.
Mou ha ritrovato il suo passato incontrando per sua sventura una squadra bauscia in grande fiducia e con un gioco fluido, elegante e non certo contenibile dall’attuale Maggica. Entrambe le squadre si sono schierate col 3-5-2. La differenza è stata che i due esterni dell’Inter giocavano all’attacco, i romanisti da difensori. Il medesimo ragionamento è fattibile per i centrali di difesa, troppo statici i giallorossi. Dominio iniziale interista con due reti che possiamo considerare il minimo sindacale. Poi ha segnato anche Dumfries e il risultato è apparso corretto. Primo tempo impressionante della Beneamata, Brozovic pronto a impostare da ogni dove, Calha e Bastoni super. Roma rinunciataria. Il secondo tempo non è parso all’altezza del primo. L’Inter ha mirato solo al controllo del gioco mantenendo costantemente il controllo di palla e, purtroppo per Mourinho, giocando spesso al torello con i giocatori romani che, se avessero potuto, avrebbero gettato la spugna per correre sotto la doccia. Ottima tifoseria quella capitolina, ha continuato a incitare la squadra fino all’ultimo nonostante il risultato. Meriterebbe una rete della bandiera.
Puro spettacolo l’incontro fra una grande Atalanta ed un rimaneggiato Napoli. Gioco velocissimo e alternanza di vantaggio, adrenalina allo stato puro. Al termine i partenopei sono precipitati al terzo posto in classifica, le milanesi occupano i primi due ma la Dea ha mostrato di essere una sicura pretendente allo scudetto. Oramai non è più una sorpresa ed ha il miglior gioco dell’intera Serie A. Squadra compatta, difensori che sanno trasformarsi in attaccanti con questi che rientrano a coprire i “buchi”, sicurezza e fiducia in se stessi, nessuna paura. Hanno battuto la Juve a Torino, pareggiato una gara spumeggiante a San Siro con l’Inter e ora battuto il Napoli al Maradona. Se escono dalla Champions diventano la squadra da battere.
Chiudiamo qui l’angolino, le maggiori squadre hanno giocato, lasciamo ora spazio alle seconde linee, Gobbi compresi. Dobbiamo fare un plauso alle diverse tifoserie. Di quella romana abbiamo scritto e dobbiamo ripeterci con il Napoli. Ha perso un incontro che è stato uno spot per il calcio italiano anche per merito degli applausi che il pubblico ha rivolto ad entrambe le squadre, senza distinzione.