SERIE A, 31^ GIORNATA
31^ giornata di Serie A. Per Atalanta Napoli basta un accenno: non c’è stata partita, la Dea non ha più nulla da dare. I campani hanno svolto alla grande il loro compito, vincendo oggi hanno posto sotto pressione il Milan che dovrà assolutamente vincere a Bologna. Quella del lunedì non sarà certo la gara più difficile per i casciavit, i felsinei non hanno più nulla da chiedere a questo campionato, mireranno a fare una buona gara di contenimento in onore del loro allenatore ,il grande Sinisa, ancora in lotta con la grave malattia che lo ha colpito. Auguri guerriero!
Ha vinto la Lazio contro il Sassuolo che senza Berardi è come l’Atalanta senza Zapata, battibile da chiunque. La Maggica, opposta alla Samp, ha giocato come vuole Mou, stare coperti con ripartenze velocissime. Dopo mezz’ora i tre punti erano in tasca. Bravissimi i giallorossi a infilarsi negli spazi lasciati liberi dai liguri che si buttavano dissennatamente all’attacco. Poi la Roma si è un po’ disunita, ha sofferto il pressing dei blucerchiati e sbagliati troppi passaggi in attacco. Abraham ha dato poca profondità ma, nonostante tutto, i capitolini non hanno corso grandi rischi. Con questo successo i giallorossi si sono aggiunti alle squadre che mirano ad entrare in Champions.
Concentriamoci sul derby d’Italia, la vera partita del campionato di Serie A, quella per la quale una vittoria vale sei mesi di sfottò. Mentre lo aspettiamo continua la tragica guerra di Putin contro l’Ucraina. Pensava di arrangiarsi in pochi giorni e invece ha creato un casino mondiale. È riuscito a fare di Zeleskyj un eroe, permettere a Macron, suo interlocutore per conto di una Unione Europea quasi invisibile, di recuperare nei sondaggi per le elezioni francesi e a Biden, in netto calo nelle simpatie americane, di fare la voce grossa ricuperando consensi. Intanto gran parte della popolazione ucraina è allo stremo, muore ,fugge alla disperata ricerca di pane, asilo e salvezza. Cercheranno una via d’uscita anche per Putin, un po’ di terra ucraina, forse. Per quanto riguarda il nostro Paese, è venuta allo scoperto la nudità del re. Abbiamo rifiutato l’energia nucleare, unica vera alternativa ai metodi attuali, non si sono voluti i rigassificatori, ora dovremo passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a quella da altri Paesi con il medesimo basso grado di affidabilità. Intanto si profilano periodi grami: chi è causa del suo mal pianga se stesso!
Tirem innanz e torniamo a parlare di Serie A. Partenza lanciata dei Gobbi che colpiscono Handanovic da ogni dove. I bauscia paiono intimoriti, rallentano il gioco e cercano di stanare la Juve con poco successo. La partita continua con la Juve in avanti e qualche tentativo di reazione dell’Inter. Si arriva al 45°. Attacco di Dumfries, entra in area e viene messo giù .Rigore: tira Chala e, come spesso accade, Szczesny para, sulla respinta il turco riesce, con l’aiuto della difesa bianconera, a segnare ma con fallo in attacco. Non si capisce bene cosa sia avvenuto ma l’arbitro, sentito il Var, fa ripetere il rigore. Stavolta è lo 0-1 per la Beneamata, merito di Chala.
Nel primo tempo ha meritato di più la Juve ma se non segni rischi di lasciarci le penne, così è avvenuto. La ripresa è iniziata con il medesimo refrain: torinesi avanti ma poco lucidi, milanesi più sul pezzo e più cinici. In fondo i nerazzurri hanno giocato come normalmente fanno le squadre di Allegri, attente a non prenderle e quando possibile abbattere l’avversario. L’Inter ritorna con pieno diritto nella corsa scudetto, la Juve dovrà aspettare il prossimo campionato di Serie A. Anche stavolta Inzaghi ha sconfitto Allegri, è la sua bestia nera. E’ stato un bel derby d’Italia per i vincitori; i perdenti non se la prendano ,il calcio non è nulla più di un gioco. In fondo la Juve ha giocato bene, è rientrata nelle quattro per la Champions e la società ha sempre affermato che questi era l’obiettivo: raggiunto.