Ci sono volute nove giornate di questa Serie A affinché Conte potesse capire come va schierata l’Inter. Il complesso bauscia ha un suo dna che, alla base, ha l’organizzazione difensiva, il centrocampo con tre giocatori al centro, due pendolari sulle fasce, uno più attaccante e l’altro, dalla parte dove può arrivare maggiore pericolo, più difensore. Così possono essere sorrette le due punte. Già Herrera lo aveva compreso! Tutti ricordiamo che, contro il Real Madrid, le due reti sono state subite su azioni che hanno trovata imbambolata la destra della difesa. Hakimi non proteggeva Skriniar che andava sempre in minoranza, ci fosse stato Darmian non sarebbe successo. Poi Vidal e Gagliardini, schierati nella posizione per loro logica, cioè mezze ali con possibilità di incursioni, hanno dato il loro meglio e avuto il merito di incidere e segnare due reti. La difesa ha, praticamente, concesso un solo tiro a rete al Sassuolo perché era schierata a quattro, con Barella che retrocedeva ponendosi in posizione centrale. In più la squadra è parsa concentrata, ognuno ha svolto il proprio compito con grande impegno e ne è scaturita una vittoria contro i neroverdi che sono e rimangono, con il Verona, le rivelazioni del campionato. Proprio quest’ultima è andata a Bergamo a distruggere una Dea che alterna partite spettacolari a gare loffissime. Pare una squadra pazza, che sia il nerazzurro delle maglie a renderla così?
Chi va piano va sano e va lontano,recita il proverbio. La gobba deve averlo preso sul serio, fin troppo. A Benevento, senza CR7, ha rischiato anche la sconfitta. Dybala pare la controfigura, in negativo, del campione che abbiamo conosciuto e buon per i bianconeri che Morata, arrivato solo perché non sono riusciti ad acquistare i tre o quattro contattati prima di lui, si stia mostrando un ottimo realizzatore. La squadra non ha continuità, è lenta, con poche idee e un allenatore che, per proporsi a questi livelli, deve mangiare ancora tante michette.
C’è grande fermento sui colori, che poi significa grado di libero movimento, da assegnare alle regioni. È giusto che chi viene penalizzato dalle chiusure venga rimborsato. Come? Dandogli un assegno pari al 60/70% dell’incasso dichiarato ai fini Iva nello stesso periodo dell’anno precedente. Il sacrificio sarebbe ripagato e circolerebbero meno persone con diminuzione dei casi di infezione. Ogni tanto c’è qualche “sinistro” che, spinto dall’atavico, masochistico desiderio di perdere voti, propone la tassazione dei risparmi di chi, dopo averli creati con soldi già assoggettati a cospicue imposte, li ha depositati in banche italiane o utilizzati per l’acquisto di casa. Quando non si è capaci di stanare l’evasione si corre sempre a colpire pensionati, lavoratori dipendenti e tutti i polli che agiscono con onestà.
Onesta è invece la definizione che più si addice alla Fiorentina di quest’anno. Non rischierà la retrocessione ma nemmeno si avvicinerà alla parte “sinistra” della classifica. In questa condizione non poteva certo impensierire il Milan lanciato di questa stagione: solido, rapido, capace di giocare a memoria. Dopo mezz’ora i casciavit erano già in doppio vantaggio e la Fiorentina psicologicamente abbattuta. Non c’è stato un momento in cui si è pensato che i toscani potessero rientrare in partita.
Bello l’incontro fra Napoli e la Maggica che ha giocato in dieci. Il suo miglior attaccante, Dzeko, era sicuramente debilitato fisicamente, non ha tenuto una palla. A questo si sono aggiunti un paio di infortuni che hanno costretto Fonseca a cambi forzati già nel primo tempo. Per un’ora gli azzurri sono sempre stati in attacco con la Roma che si limitava a qualche sporadica ripartenza. Fino a tale momento i napoletani meritavano il vantaggio derivante da un’ottima punizione di Insigne con Mirante che si è tuffato al rallentatore. Poi i giallorossi sono scesi in campo ed hanno cominciato ad attaccare in velocità. Il fatto ha però permesso ai ciucci di giocare come meglio preferiscono, in contropiede. Con uno di questi Insigne e Ruiz hanno punito i romanisti con un tiro dal limite che, passato fra le gambe di Juan Jesus, lemme lemme si è infilato in rete. Praticamente l’incontro è finito lì anche se la Roma ha tentato, con grande impegno, di riaprire l’incontro, ma è stata costretta a subire un altro paio di pere napoletane. Maradona ha lasciato questo mondo. Il segno del suo passaggio rimarrà impresso nel mondo del calcio del quale è stato un grande protagonista. Gli sia lieve la terra!
A chiusura: vista la situazione della nostra sanità, in particolare quella territoriale, il pericolo che il vaccino anticovid da noi venga distribuito con velocità pari a quello antiinfluenzale, il fatto che la paura ci stia facendo chiudere su noi stessi e vediamo come nemico chiunque si avvicini, diciamo chiaramente che i soldi del Mes vanno incassati per principiare a dare decenza al sistema sanitario nazionale. L’Europa è disposta ad aiutarci, approfittiamone.