Settima giornata di Serie A:siamo in lockdown. Fra i colori a me hanno assegnato il rosso. Ho compilato la millesima autocertificazione; non è, come discutevamo da piccoli in Oratorio che, facendo troppe autocertificazioni, rischio la cecità? Approfittiamo della possibilità di vederci ancora per commentare il derby lombardo fra nerazzurri. È finito 1-1: giusto così. Partita molto tattica. Conte ha finalmente capito che quando giochi con la difesa a tre, questi e i due centrali di centrocampo debbono rimanere bloccati, altrimamente lasci praterie per gli avversari.
Primo tempo proprio da reti inviolate, nessun tiro verso le porte. Secondo tempo più divertente con l’Inter che al primo affondo trova il vantaggio con una magnifica girata di testa del Toro. I bauscia potrebbero raddoppiare con Vidal e Darmian ma veramente bravo il portiere Sportiello a sventare le reti. Poi i bauscia, nonostante le sostituzioni, sono apparsi risentire la stanchezza di Madrid. Così la Dea, che contro il Liverpool si era limitata – per cui senza stancarsi – a raccogliere palloni in rete, è riuscita a trovare il pareggino. La palla, lenta, è entrata in porta con Handanovic che, in questa stagione, non è mai apparso in vena di miracoli. Un punto che non serve a nessuna delle due.
Non è l’anno dei bianconeri in questa Serie A. Quando si erano mai visti i gobbi venir raggiunti trenta secondi dopo la fine dei minuti di ricupero con l’arbitro zitto? La Lazio, non fosse altro per la formazione covidizzata, ha meritato il pareggio contro i torinesi che, senza Chiellini, hanno difficoltà a controllare i vantaggi fino al termine. Per i romani ha segnato il solito Caicedo divenuto oramai l’uomo delle reti nel recupero. Non è stata una grande partita: la Juve è andata subito in vantaggio su azione di Cuadrado che ha consegnato a Cr7 un pallone impossibile da non spingere in rete. Poi tutta una gara di controllo, attacchi velleitari juventini e intesa molto debole fra Ronaldo e Morata. La Lazio ha mirato alle ripartenze, in particolare con Milinkovic-Savic ma, assente Immobile, non è mai riuscita a trovare sbocchi per il proprio gioco. Pareggio corretto, nessuna delle contendenti avrebbe meritato i tre punti.
La Maggica, senza Dzeko, ha segnato tre reti al Genoa che, in questo campionato, non ne imbrocca una. La Roma sta scalando la classifica e ha mostrato grinta e gioco. Da come stanno andando Inter e Juve, i giallorossi divengono sicuri pretendenti allo scudetto: le premesse ci sono. Le altre pretendenti sono Milan e Napoli: hanno due scontri facili per cui sicuramente i casciavit innalzeranno peana da fuga. Il Napoli se la è svangata a Bologna: passato in vantaggio all’inizio non ha dovuto fare nessun altro sforzo, ci hanno pensato i felsinei a buttare occasioni alle stelle. Sorpresi all’inizio da un Verona intraprendente e portatosi sul doppio vantaggio, i rossoneri hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per raggiungere l’Hellas. Ciò dimostra che il Milan non è ancora lo squadrone che può dominare il campionato; potrà correre per le prime piazze ma, nonostante l’attuale minifuga, credo abbia un poco le pile scariche. Vedremo, e giudicheremo meglio, dopo lo scontro di domenica prossima al San Paolo di Napoli.