Serie A alla sesta giornata. “Daremo di più“ dice Giuseppi. E’ giusto chiudere anche tutto se necessario per la salute, ma chi è obbligato a serrare deve poter vivere, per cui essere rimborsato di quanto non può più incassare per il rispetto del decreto. L’affermazione del presidente Conte è un poco incompleta: più di cosa? Gli esercizi che hanno subito la chiusura a marzo hanno ricevuto un rimborso non superiore al 20% dei guadagni persi nei confronti dell’anno precedente. Non vorrei che “di più“ significhi il 21%. otrebbe essere un pericolo per la convivenza sociale.



Non è colpa delle imprese o dei negozianti se dalla passata primavera nessuno ha pensato a scaglionare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, e incrementarne il numero affinché lavoratori e studenti non si accalcassero su metro e bus. Perchè non si trovano i vaccini antinfluenzali in modo da poter selezionare una semplice influenza dal Covid? Si pensava di risolvere tutto con monopattini e girelli scolastici? Certo la problematica è complessa e pesante, ma qualche azione più decisa poteva e doveva essere fatta.



“Daremo di più“ lo dice anche l’altro Conte dopo la pessima prestazione dei bauscia contro un Parma catenacciaro ma tutt’altro che impenetrabile, nella sesta giornata di Serie A. Capisco che in settimana arriverà l’incontro con il Real Madrid per la Champions, ma se pensi di vincere con Peresic punta, significa che non hai idee chiare, punta la era dieci anni fa. Dopo due minuti già aveva buttato al vento una facile occasione, poi è peggiorato. De Vrij in difesa a destra è stato inguardabile. E’ lentissimo e gli è stato affidato Gervinho, uno degli attaccanti più veloci del campionato: questi ha realizzato due reti. Eriksen, già detto, è la persona più sbagliata per il calcio contiano. Alla fine il pareggio i nerazzurri lo hanno ottenuto, sono fisicamente forti e con una eccellente possibilità di cambi. C’era anche un rigore netto su Perisic e Vidal, all’ultimo secondo, ha cannato il colpo della vittoria. Comunque occasione buttata, come da copione recitato più volte.



L’Atalanta ha vinto a Crotone .Non ha chiuso l’incontro quando avrebbe potuto farlo e cosi ha dovuto faticare, specialmente nel finale, per portare a Bergamo – “pota” – i tre punti. Vanno forte i casciavit. Per loro è l’anno buono in Serie A: giocano bene, corrono e hanno quel tanto di lato b che aiuta. Ibra sbaglia a colpire la palla e fa il goal della vittoria. Però 24 risultati utili consecutivi, fra campionato e coppe, non si conquistano per caso. In questa giornata di Serie A i rossoneri hanno sofferto, l’Udinese avrebbe potuto portarsi a casa un punticino ma in questo periodo tutto gira bene per il Diavolo. Al suo inseguimento è rimasto solo il Sassuolo che, a Napoli, ha giocato e vinto una partita giocando da grande squadra contro i partenopei apparsi più presuntuosi che capaci. Forse agli azzurri è stato negato un rigore. Che cavolo vedono i varisti? La Gobba ha faticato con la Spezia finché, dalla panchina, si è alzato Cr7: tre minuti, rete e partita finita.

La Juve non desta la medesima paura degli ultimi anni ma la nostra Serie A è divenuta così scadente che due antichi campioni come Cr7 e Ibra possono venire tranquillamente a svernare, ,mostrarsi ancora essenziali e fare la differenza. Il Torino è riuscito a perdere una gara che al 94′ lo vedeva ancora in vantaggio su una Lazio oltretutto rimaneggiata. Sarebbe stato corretto il pareggio ma i granata, già visto col Sassuolo, non sanno difendere i risultati. D’altra parte, se togli Belotti il Toro non esiste.

Vola la Maggica. Ha un attacco formidabile e sta trovando un’amalgama invidiabile. E’ una sicura pretendente ai primi quattro posti. Ha sbolognato Kolarov alla Beneamata e rilanciato alla grande il realizzatore della prima rete alla Fiorentina: Spinazzola. Fra poco, anche se spero parzialmente, ci risbatteranno in lockdown. Sarà psicologicamente più duro del precedente. Già andando verso l’inverno tutto appare più triste, e nel precedente speravamo che con l’arrivo della primavera tutto si sarebbe risolto, ora non capiamo come, quando e se finirà. Siamo, nelle nostre teste, passati dall’andrà tutto bene all’io speriamo che me la cavo, dal paese unito all’individualismo più sfrenato.