Deciso: la Juve deve andare in Champions. Non esiste altro motivo per l’assegnazione del rigore ai “Gobbi” che ha aperto il derby d’Italia, valido per la trentasettesima giornata di Serie A. Chiellini, su calcio d’angolo, si è buttato su Darmian e non viceversa. Il varista Irrati c’è, o c’è voluto, cascare. Non vi dico del secondo rigore juventinizzato, era una chiara simulazione di Cuadrado. Poco dopo il primo misfatto, sempre tramite Var, l’arbitro non ha potuto esimersi dal vedere un fallaccio su Lautaro in area e permettere a Lukaku di segnare, su rigore, la sua prima rete alla Juve. Eriksen praticamente assente, bene Rabiot, notiamo che Ronaldo gioca da seconda punta dietro Kulusevski.
Solo una casualità avrebbe potuto sbloccare la gara e ciò è avvenuto all’ultimo secondo del primo tempo, per via di una mezza papera di Handanovic su tiro, da fuori area, di Cuadrado. L’impressione è che il risultato finale interessi solo ai torinesi.
Entra Perisic al posto di Darmian e Conte, finalmente, capisce che la Juve mira a bloccare Brozovic come fonte del gioco. Allora retrocede Eriksen in regia: il danese comincia a distribuire palloni “golosi” per gli attaccanti interisti. Espulso Bentancur, Pirlo effettua un cambio difensivo, togliendo Kulusevski. Inizia così l’assedio dei nerazzurri al fortino difensivo dei bianconeri. Dall’inizio della ripresa la metà campo interista non servirebbe più, tutto il gioco si svolge nei quaranta metri della parte juventina. L’Inter è nettamente più forte, la Juve si difende come accade alle squadre inferiori. Troppo lento, però, il gioco interista. La gara diviene monotona; Inter sempre avanti, ma incapace dell’incursione finale, nessuno tenta di saltare l’avversario. La Juve fa una doppia linea di difesa e spera che qualche Santo la protegga.
Fuori anche Ronaldo e Chiesa, tutti indietro aggrappati ai miracoli del portiere. L’Inter pareggia e non si capisce perché l’arbitro tenti di annullare la rete. Già era stata tolta a Lautaro una spettacolare marcatura in semi-rovesciata, why? Non poteva, però, finire in pareggio: altro rigore regalato ai bianconeri per tenerli in vita per la Champions. L’Inter già avrebbe avuto da incavolarsi per il pareggio e invece il lato b juventino ha anche prevalso. Pessima prestazione di Calvarese e anche del Var Irrati. Se esiste il secondo rigore per i bianconeri, allora io posso diventare Miss Italia. Per gli uomini di Pirlo potrebbe essere il canto del cigno.
Tutti felici invece perché la Dea, vincendo una gara rocambolesca con il Genoa, la partecipazione alla Champions se l’è guadagnata. Il gioco mostrato nella prima mezz’ora è stato l’essenza pura del calcio. Nel frattempo prosegue imperterrito il lavoro di Figliuolo: a settembre tutti gli italiani saranno vaccinati contro questo lurido Covid e si potrà rivivere, togliendoci l’ansia che ogni giorno ci provocano i televirologi. Speriamo che la scienza, quella vera, delle persone che anziché perdere tempo in interviste lavorano, porti a trovare una cura che permetta, a chi viene colpito, di curarsi in tranquillità. Chi dovrà invece curarsi rapidamente è la squadra del Torino. Perdendo a La Spezia ha permesso ai locali di rimanere nella massima serie e, a se stessa, di rischiare la retrocessione: forza Toro!
Derby romano. Maggica organizzatissima e con grande voglia di rivincita sui rivali. Passa, con merito, in vantaggio al termine del primo tempo. Fonseca impone alla squadra di rimanere più bassa in difesa e la Lazio, che deve assolutamente vincere per sperare di rimanere in corsa per l’Europa che conta, è costretta ad avanzare esponendosi alle ripartenze giallorosse. In una di queste occasioni, una grande giocata di Dzeko permette a Mkhitaryan di bucare Reina. Nonostante il vantaggio, la Roma sviluppa più gioco anche ad inizio ripresa. I biancocelesti non riescono a trovare alcuna imbucata, la Roma detta i tempi di gioco e non molla. Partita molto bella con Pedro che, con una grande azione, abbatte la Lazio. Per gli inzaghiani è notte fonda.
Molto nervosa la gara fra Fiorentina e Napoli. D’altra parte, gli errori di Calvarese a Torino costringono i partenopei a vincere. La Fiorentina vuol far vedere che esiste, per cui lo scontro si fa duro. I ciucci fanno la partita, ma debbono aspettare un’ora prima di passare in vantaggio, con un rigore ribattuto in rete da Insigne. Vantaggio meritato e contornato da traversa e palo colpiti dal capitano napoletano. Dopo la rete tutto diviene più facile per gli azzurri, la Viola è costretta ad attaccare e le ripartenze del Napoli portano al raddoppio. Giusto così, i vesuviani si riportano davanti alla Juve in classifica che rimane, nonostante gli sforzi arbitrali, in quinta posizione, medaglia di legno per l’Europa.
Prima di incontrare il Milan, i cagliaritani vengono a sapere della loro certa salvezza. Il problema rimane aperto solo per Benevento e Torino e, probabilmente, si risolverà solo nello scontro diretto nel prossimo turno. Chi è messa peggio è la squadra campana. Il Toro ha, infatti, tre punti in più e una gara da ricuperare contro una Lazio in disarmo. Dicevamo di Milan-Cagliari: con una vittoria i casciavit, dopo sette anni, tornerebbero in Champions. Per i meriti accumulati in corso d’anno lo meriterebbero molto più di altre squadre (tipo la Juve). All’inizio del match il Milan attacca, ma il Cagliari rimane schiacciato in difesa respingendo, senza grandi sforzi, i tentativi dei rossoneri che paiono in grande ansia, l’obbligo di vincere pare bloccarli; i sardi giocano in scioltezza, per loro l’incontro serve solo per mostrare professionalità, hanno le menti libere. Infatti, sono più i rossoblù a fare la partita, le ripartenze dei milanisti sono sempre più rare e la pressione si fa sentire.
Pimpante e deciso l’inizio ripresa del Milan, che colleziona calci d’angolo in serie, però il pericolo maggiore lo crea il Cagliari, disinnescato da una grande parata di Donnarumma. Gli schemi di Pioli paiono saltati: la sua squadra si butta in avanti, ma la distanza fra i reparti è andata a farsi benedire. Gioca con paura, nessuno si prende la responsabilità di saltare l’avversario per avere superiorità numerica. Perché non sono entrati Mandzukic e Tonali? Rebic è nullo. Finalmente, ma solo a sei minuti dalla fine, entra Marione, che riesce a fare da torre per Castillejo, ma questi non coglie la porta. Allora, per la gioia juventina, tutto è rinviato all’ultima giornata. I rossoneri hanno copiato quanto fatto da Roger Federer lo scorso anno a Wembley, buttando il più facile dei match point: ora sono cavoli amari, bisogna vincere a Bergamo.