Seconda giornata di Serie A, prima per l’Inter.
Cosa ha bevuto Conte a pranzo? La formazione bauscia anti Viola deve averla partorita in stato di ubriachezza. Difesa improvvisata e centrocampo impostato ad minchiam dove Brozovic, Perisic e Eriksen non si capiva cosa dovessero fare. Il grave è che anche loro non lo sapevano. La Fiorentina, già vista in ottima forma la scorsa settimana, ci ha messo tre minuti a violare con grande facilità la rete nerazzurra. La squadra interista in panchina ne avrebbe date tre a quella in campo. L’impressione è che si sia volutamente schierata la squadra dei giocatori che Conte vuole spedire. Poi, essendo comunque più forte, una prodezza di Lautaro ha portato al pareggio prima dell’intervallo. Ad inizio ripresa, non si capisce se per incazzatura di Conte durante il the o perché la Fiorentina era stanca di correre, l’Inter è rientrata correndo il doppio rispetto ai primi 45 minuti ed è passata in vantaggio su autorete arrivata per confusione mentale dei toscani.



La bambola viola è però durata solo pochi minuti. E’ bastato muoversi un poco e, dopo tre passaggi, Castrovilli ha battuto Handanovic. Subito dopo stessa azione e finalizzazione di Chiesa. Conte, fino a metà ripresa, ha insistito sulla formazione sballata messa in campo. Splendidi i lanci di Ribery, migliore della partita, per le reti di Chiesa e Castrovilli. L’allenatore nerazzurro, a questo punto, non ha potuto che cominciare a mettere in campo la sua squadra. Cambiati Eriksen, non adatto,come a suo tempo Bergkamp, al campionato italiano, e Young con Sensi e Hakimi, il gioco è migliorato ma Lukaku era in serata di bontà e ha sbagliato tutto il possibile. Se questa è la squadra che dovrebbe lottare per lo scudetto in Serie A, è meglio accantonare l’idea è concentrarsi per vincere la prossima a Benevento. I campani corrono e sono gasati per la vittoria in rimonta con la Samp.



La Beneamata deve capire che nel calcio, se lasci segnare all’avversaria una rete in più, hai perso. Non è come alle ultime elezioni regionali dove tutti trovano motivi per cantare vittoria, anche Zingaretti. Ha perso una regione, le Marche, che il PD gestiva da sempre e dice di aver vinto. Quando poi sono entrati in campo Vidal, Nainggolan e Sanchez si è capito che l’Inter non poteva che vincere contro un avversario che butta dentro Borja Valero e Cutrone e ha Iachini in panca. Cosi l’Inter ha svangato la prima di Serie A in forza della decisione di un dio minore, quello che segue il gioco del calcio e decide: chi ha più fortuna incassa tre punti.



La squadra che non può più nascondersi è la Dea. Velocità, gioco organizzato alla perfezione, una vera macchina calcistica in continuo miglioramento. L’anno scorso non avrebbe vinto contro un Torino che non ha ancora raccolto punti ma non è così male ed era passato in vantaggio. Il Papu pare inossidabile, Muriel un piccolo Ronaldo – quello vero – e tutta la squadra ha raggiunto un ottimo livello di autostima. Hanno vinto entrambi i fratelli Inzaghi. Inzaghino con facilità, Pippo con una strepitosa rimonta. Questa settimana ci sarà anche il “giro” della presidenza Ucimu. Verrà osannato, ricordandone i meriti, Massimo Carboniero che darà il benvenuto ad “una“ Presidente, novità assoluta in un campo, quello della macchina utensile italiana, fino a poco tempo fa ritenuto feudo esclusivamente maschile. Non anticipo il nome anche se, essendo l’unica candidatura proposta del Consiglio Direttivo all’assemblea, non è difficile da individuare.

Quello che già si intuisce, nel campionato di Serie A, è che,dopo solo due partite la spaccatura fra parte sinistra e destra della classifica è già in atto e che la differenza fra le prime 6/7 squadre e le altre è enorme. Ciò a svantaggio dello spettacolo. Si vedranno le più forti costantemente in attacco e con giocatori in panchina non inferiori ai titolari, e le altre che studieranno come mettere il bus sulla linea di porta. Praticamente, per le prime, sarà come quando casciavit e gobbi giocavano in serie B: troppo forti rispetto alle avversarie. Anche se nessuna partita è facile. Quando una squadra si difende ad oltranza ed ha un buon portiere devi avere chi riesce a colpire dalla distanza, o sappia entrare dribblando, o sperare nel rigorino.

Il Napoli contro il Genoa è passato in vantaggio con un’azione rapida di Mertens e Lozano, il Milan col Crotone su rigore. I ciucci hanno un forte attacco, i rossoneri senza Ibra fanno un gran possesso di palla ma mancano nella finalizzazione. Poi, una volta bucate, le squadrette spariscono e, prego: segni pure chi vuole. Il Napoli ha fatto sei reti al Genoa che, una settimana fa, aveva regalato quattro pere al Crotone stavolta vittima del Milan 0-2. Cosa ci facciano squadre come il Crotone o lo Spezia nella massima serie è un mistero. Prima dell’inverno saranno già retrocesse senza neanche sentirsi dire che giocano bene. Faranno meno punti del M5S alle amministrative, è tutto dire.

Scontro fra squadre di potenziale vertice all’Olimpico di Roma. La Maggica si è presentata in modo intelligente: difesa quasi a uomo e contropiede. La Juve non è parsa per tutto il primo tempo comprendere come entrare nella difesa romana, solo un tiro verso Mirante. Intesa fra Morata e Ronaldo ancora lontana e Cuadrado, a sinistra, è parso spaesato. Le gobbentruppen sono andate in crisi su ogni ripartenza giallorossa. Il filtro a centrocampo non era all’altezza e, in difesa, Chiellini e Bonucci non mostravano di avere velocità sufficiente per contenere gli scatenati capitolini. Pirlo, nomen omen, deve capire che la forza bianconera è Dybala, come si fa a tenerlo in panchina e far giocare Rabiot e Ramsey? Il secondo tempo riparte sulla falsariga del primo. Purtroppo per la Roma Dzeko butta al vento due occasioni irripetibili. Contro i bianconeri certi errori si pagano, se hai le occasioni non puoi buttarle, devi abbatterli. Non puoi mai fidarti anche se rimangono in dieci per l’espulsione di Rabiot.

Infatti, su cross di Danilo, Ronaldo ha colpito di testa: 2-2. I giallorossi sono apparsi inebetiti e forse un po’ scoppiati e senza motivazioni. La Roma ha buttato una possibile vittoria ma la Juve è stata tostissima e, tutto sommato, il pareggio è giusto. Ora Napoli, Milan e Verona sono in testa alla Serie A a punteggio pieno. Aspettiamo che Inter, Lazio e Atalanta ricuperino la partita che non hanno giocato la scorsa settimana, poi vediamo.