Il girone di andata di questo strano campionato Skydipendente di Serie A è finito. Campionato impensabile e Campione d’inverno inaspettato: il gruppo dei casciavit. Il Milan ha compiuto un’impresa collegabile alla situazione in cui si è svolta. Obiettivamente non è la squadra più completa ma, al di là di uno – anzi due – bacucconi, è composta da ragazzetti di buona volontà cui l’assenza di spettatori toglie pressione e permette di esprimersi al massimo delle proprie capacità. Se le gare continueranno con gli stadi vuoti, i rossoneri diverranno i massimi favoriti per la vittoria finale. Gobbi e Bauscia godono se c’è la spinta del pubblico, i milanisti no: sono troppo giovani per sopportare di essere costantemente sotto giudizio. Debbono operare nella massima leggerezza, come Giuseppi, andare a sinistra, destra, trasformarsi senza trovare ostacoli.
Certo senza esagerare. Stavolta la Dea li ha ridicolizzati, troppo forte per loro. L’Atalanta, superiore in ogni reparto, ha rifilato al Milan tre pappine e ai rossoneri non resta che ringraziare la solita Inter che arriva sempre a fare trenta ma mai trentuno. A Udine ha giocato da sola: i bianconeri si sono limitati alla difesa ma, con Lukaku fuori vena, la Beneamata, pareggiando, ha lasciato ai rivali di Milano la consolazione di rimanere primi in classifica in Serie A. Le due della Madonnina hanno giocato a ciapa’ no! Consolazione per i nerazzurri il punto rosicchiato ai rossoneri. Putost che nient l’è mei putost. Però non si sono visti giocatori interisti con occhi di tigre, grinta, voglia di vincere a tutti i costi. La squadra è apparsa prevedibile e lenta. A proposito di lentezza: è inaccettabile che di fronte ad una pandemia così letale, COVID 19, le autorità perdano tempo in mille “frivolezze” e non abbiano un solo pensiero, vaccinare tutti. Va aumentato l’impegno di Ema nel valutare l’utilizzabilità dei vaccini che si propongono, senza pregiudizi politici sulla provenienza. Ne vanno di mezzo le nostre vite: sveglia!
“Sveglissimo” lo scontro di Serie A fra Roma e Spezia, attacchi forti e difese inesistenti. Alla fine, ma proprio alla fine, la Maggica si è portata a casa i tre punti anche senza l’apporto di Dzeko. Fonseca ha salvato la ghirba e lanciato Mayoral, un giovane attaccante di sicuro avvenire. La squadra ha fatto più giocate dei singoli che gioco, ha sbagliato molto di fronte ad uno Spezia che “fa” calcio. I capitolini nelle prime quattro arriveranno. Anche la Juventus ha smarcato la giornata: una rete per tempo, un po’ di occasioni gettate sia dai gobbi che dal Bologna, ed è arrivata fine partita. Non è la squadra dell’ultimo decennio, Ronaldo usa il campionato come allenamento per la Champions ma, per la Serie A italiana, i bianconeri sono sufficientemente forti per dire la loro. Non hanno un grande centrocampo, lo abbiamo notato anche contro l’Inter, ma le rivali non è che brillino e, per l’occasione, hanno fatto di tutto per aspettarla.
Troppo presuntuoso il Napoli a Verona. È passato subito in vantaggio e si è illuso di fare una passeggiata. Non ha tenuto conto della forza mentale che Juric ha dato quest’anno all’Hellas e della forma splendida di Zaccagni, il suggeritore di tutte le azioni veronesi. I veneti poi hanno un ottimo portiere e sanno compattarsi ogni volta che li attacchi, sono paragonabili ad un riccio che si chiude ma poi riparte in contropiede e ti punge. Così è stato e gli uomini di Gattuso sono tornati a casa con le pive nel sacco. La Lazio ha battuto il Sassuolo in rimonta e con ciò, al termine del girone d’andata, seppure in ordine diverso dal previsto, le prime sette in classifica sono quelle che ci aspettavamo: nessuna sorpresa.
Adesso prepariamoci ad un’altra settimana di manfrina governativa. Abbiamo fatto diventare importante anche tale Ciampolillo, da lui paiono dipendere le sorti del nostro Paese. Ci sarà il voto sulle proposte del Ministro Bonafede, quello del processo a vita senza date di prescrizione. O Signur, guarda gio’ e da na man.