Siamo alla quinta in Serie A.
Vlahovic, come volevasi dimostrare, è stato lasciato, dopo un primo tempo in cui non ha toccato palla, negli spogliatoi e sostituito da Weah, sicuramente più in linea con la visione mottiana del calcio. Questo è un grosso problema per i gobbi, in quanto si trovano un potenziale killer d’area inutile se non si pensa di stravolgere i concetti dell’allenatore.
La gara con il Napoli è stata di una loffiezza inusitata, basti dire che il migliore in campo è risultato Politano, non certo un campione. Lukaku è apparso imbolsito e fuori forma, tanto da non trasformare in rete un cross millimetrico di Politano, passato a un centimetro dalla testa del belga. Altri momenti adrenalitici la gara non ne ha dati, le due difese hanno prevalso nettamente sugli attacchi e i portieri non hanno avuto occasioni per esibirsi. Miglioreranno? I nomi, per il nostro campionato, sono altisonanti, per cui, trovata l’amalgama, saranno protagoniste del campionato.
La Maggica si è già mangiata Capitan Futuro dopo avergli sottoscritto un contratto triennale. Speriamo che DDR non ingrassi troppo, tre anni pagato per fare alcunché sono lunghi e pieni di insidie culinarie che aiutano a fare trascorrere le giornate. Con voce d’angelo Juric, intanto, i giallorossi sono tornati alla vittoria: è bastato schierare la squadra in modo logico.
Quando il sole in questa prima domenica d’autunno era tramontato, sono scese in campo la regina d’Italia e i vassalli rossoneri. I bauscia arrivavano da sei vittorie consecutive nei derby della Madonnina, ed era difficile pensare al protrarsi del risultato. Neanche Berlusconi è mai riuscito a vincere consecutivamente così tanti eventi elettorali: capitava che, di riffa o di raffa, Prodi lo fregasse. Obiettivamente i casciavit si sono molto rinforzati, hanno due attaccanti fortissimi e, per l’occasione, hanno schierato un 4-4-2 molto protettivo. L’Inter schierata era la solita: veloce, solida e pronta a colpire da ogni parte. Alla prova del campo, almeno nel primo quarto d’ora, le parti si sono invertite.
Leao stava molto avanti nella posizione di terzo attaccante, ciò costringeva Dumfries a fare il terzino, lasciando Hernandez libero di scorrazzare creando supremazia a centrocampo. Su una palla persa da Miki si è avventato Pulisic che, senza trovare resistenza, ha potuto avvicinarsi a Sommer e uccellarlo. Lautaro ha avuto subito l’occasione del pareggio, ma non l’ha sfruttata. Nel frattempo, Inzaghi ha capito di allargare Barella a destra e, da quel momento, il possesso palla è passato alla Beneamata che prima ha pareggiato con Dimarco e poi, con una grande azione di Thuram conclusa con un tiro incrociato, ha costretto Maignan a una super parata.
A fine primo tempo il pareggio era giusto, i rossoneri ballavano in difesa ma i due attaccanti nerazzurri non mostravano grinta. Partito il secondo tempo, le squadre parevano un po’ scoppiate. Si capiva che “chi segnava vinceva”. Le squadre lo sapevano, per cui stavano chiuse facendo innervosire i tifosi. Anche la girandola di sostituzioni era tutta impostata a tenere il risultato. Alla fine, però, è successo l’inimmaginabile: la stanca Inter ha ceduto a un colpo di testa di Gabbia. Vittoria milanista quasi meritata. Manchester ha pesato sulle gambe dei campioni d’Italia.