“E se ne va, la capolista se ne va” cantavano, dopo la vittoria di Crotone, i calciatori interisti. Oggi il sogno si è realizzato: a quattro giornate dalla fine di un campionato di Serie A finalmente combattuto, con Juve e Milan che si autoaccreditavano per la vittoria, il popolo bauscia può innalzare inni per il 19° scudetto nerazzurro. Incerto fino a gennaio, con l’intuizione di Conte di blindare la difesa, impegnare i piedi migliori a centrocampo per far partire verso i lidi avversari i fenomeni della Lula, non c’è stato più dubbio per nessuno: la Beneamata è la più forte. Ha vinto meritatamente senza se e senza ma. Tutti hanno ammirato la velocità di Hakimi, la capacità di lotta di Barella, la classe di Eriksen. Ora tutte stanno correndo per farle da vallletta e cornice, vogliono accompagnarla in Champions: forza, lottate, vi è rimasto solo quello.
A Crotone non c’è stata partita, solo un po’ di tempo per spostare il bus dalla porta degli uomini di Cosmi. I casciavit si possono vantare di aver sepolto il Benevento del loro Pippo, candidandolo così alla possibile retrocessione già raggiunta da Crotone e, sicuramente, Parma. Milan e Benevento sono due squadre che hanno dato tutto nella prima parte del campionato, ora annaspano. È evidente che i rossoneri, avendo 5/6 giocatori degni della Serie A, non hanno avuto problemi a sbarazzarsi dei poveri campani. Dopo pochi minuti la partita era già finita. Si è chiusa anche Sassuolo-Atalanta con un giusto pareggio: sono due ottime squadre con grande gioco. Il pareggio permette alla Dea di mantenere il secondo posto in classifica.
Il Napoli ha gettato la possibilità di piazzarsi nella medesima posizione buttando, contro il Cagliari, una partita già vinta. Si avvicina con gli stivali delle sette leghe la gattona Lazio: Zio Balla ha sbagliato l’impostazione iniziale dell’incontro e quando ha fatto le dovute correzioni era troppo tardi. Ora il Genoa deve resistere se non vuole essere risucchiato sul fondo classifica di Serie A. I gobbi hanno giocato una delle loro ultime partite con lo scudetto sulle maglie e, prima del decimo minuto, l’Udinese l’aveva messa sotto. Poi avanti tutta ma la Juve di quest’anno non riesce ad esprimere gioco a centrocampo; solo un rigore casuale a fine gara ha permesso ai bianconeri di raggiungere il pareggio. I friulani erano oramai sulle ginocchia, i torinesi lottavano per meritare di correre per la Champions. Ce l’ha fatta la Juve per merito di una papera di Scuffet ,ex ragazzo prodigio. Domenica prossima grande sfida Juventus-Milan, chi perde ha buttato l’annata: fatti loro. La Maggica è tagliata fuori dalle posizioni che contano.
Ieri in Serie A si è fatta la storia del calcio italiano, è nata una nuova squadra di riferimento nazionale. Dopo nove anni possiamo concludere con l’annuncio regale: il Re è morto! Bene, annotiamocelo.