“Trista gente è quella di un popolo che segue lo sbatter di bandere e stendardi piuttosto che le idee ben mastecate.” Cosi si espresse Machiavelli alcuni secoli fa. Paiono parole costruite sulla nostra avventura odierna, mondiale ma specialmente italiana. In questa Italia che non appare assolutamente autorevole in Europa,continua ,stancamente,il campionato di Serie A. E’ il momento del Milan. Tolto Ibra, che non serve, è una squadra giovane e questo la favorisce in un campionato che impone incontri ogni tre giorni. Ha strapazzato il Bologna e, con ciò, i casciavit hanno prenotato l’Europa. Nel post Covid sono diventati la squadra, alla pari dell’Atalanta, migliore: gioca con grande divertimento e continua a vincere. La Dea ha fatto un passo falso pareggiando a Verona. Forse, conquistato l’accesso alla Champions, sta pensando a risparmiarsi per l’incontro con il PSG. Vediamo ora come hanno fatto i bauscia a buttare una partita che fino a pochi secondi dalla fine del primo tempo avrebbero potuto anche vincere.
La Maggica ha avuto un maggior possesso di palla, l’Inter è ripartita spesso e pericolosamente in contropiede. Vantaggio della Beneamata e pareggio all’ultimo secondo dei giallorossi su azione viziata da un fallo dì Kolarov su Lautaro. L’arbitro, richiamato dal Var, non ha avuto il coraggio di ammettere la cavolata fatta. Roma molto compassata, Inter più pimpante e pericolosa. Ottimo però il pressing romano, quasi sempre in vantaggio sulle seconde palle. Serie di rimpalli e ribaltamento del risultato da parte della Roma. Conte cambia centrocampo e attacco ma non è la serata giusta. Finalmente un rigore che Lukaku trasforma. Risultato giusto. Pur pareggiando l’Inter rimane seconda in classifica in Serie A. Diciamo la verità: è il massimo raggiungibile.
Il Napoli, dopo tre pareggi consecutivi, è riuscito al 95° a battere in rimonta l’Udinese. E’ in lotta con il Milan in classifica. E’ ritornata in B la Spal, ora tocca a Brescia e Lecce. Debbono ancora giocare Gobbi e Laziali. Roba fra loro. Se la Serie A fosse una corrida la Juve sarebbe il torero e i biancocelesti il toro. Ricordiamoci però che, come disse il cameriere al cliente che reclamava per aver avuto sul piatto due polpette molto piccole, ”no siempre gana el matador”.