SERIE A, 8^ GORNATA

Ottava giornata di Serie A. L’Inter chiude il primo tempo in vantaggio sulla Lazio grazie ad un rigore gentilmente concesso dalla squadra di casa. Bellissima però l’azione che l’ha prodotto: partita da Handanovic è proseguita con lancio di Dimarco sull’asse Darmian-Barella e conclusa da un’entrata sconclusionata di Hysaj che ha spedito a terra Barella in piena area laziale. Fischio arbitrale e trasformazione di Perisic dal dischetto ottenuta spiazzando Reina. Sfracelli interisti sulla fascia destra con Darmian spesso libero in quanto i difensori biancocelesti si accentravano per controllare Perisic, per l’occasione tornato punta, e Dzeko. Sarri ha cercato, con poco successo, di imbrigliare gli avanzamenti bauscia mandando il terzetto avanzato sui difensori dell’Inter in possesso di palla.



Bella partita: la Beneamata ha mostrato poche idee ma chiare, la Lazio tante ma spesso incomprensibili. Nella ripresa, quando i nerazzurri parevano in totale controllo della partita, su calcio d’angolo uno sfortunato intervento di Bastoni ha provocato un rigore per il pareggio di Immobile. La partita si è poi avviata sul binario dell’accontentarsi del pareggio, entrambe le squadre a spingere ma con molta cautela. Solo un’azione casuale o antisportiva poteva cambiare il risultato. I romani hanno scelto la seconda e, con Dimarco a terra per fallo laziale, non hanno buttato fuori la palla anzi, sono partiti in contropiede e ribaltato il risultato. Difesa interista sicuramente ingenua. In generale, la squadra è parsa stanca; infatti, nel recupero Milinkovic-Savic ha messo in frigorifero il risultato. Più che per lo scudetto l’Inter dovrà porre attenzione a rimanere in zona Champions, ha incontrato due concorrenti dirette – Atalanta e Lazio – facendo un solo punto. Oltretutto l’Atalanta si è mangiato i decorosi azzurri di Empoli a suon di reti riproponendosi per un campionato scoppiettante.



Verona spavaldo a Milano, casciavit imbarazzanti. L’Hellas ha dominato il primo tempo chiudendolo giustamente con due reti di vantaggio. L’arbitro ha distribuito però cartellini gialli ad ogni entrata dei veronesi, ciò ha accentuata l’idea che il secondo tempo sarebbe stato una passeggiata in discesa per i rossoneri: infatti lo è stato. Tutto è cambiato con l’ingresso di Krunic al posto di un Maldini che, al momento, non porta grande onore calcistico alla famiglia di provenienza. Diavoli scatenati e veronesi così intimoriti da meritare l’harakiri che si sono fatti con una ridicola autorete. I rossoneri hanno mostrato di aver un animo da lottatori, fame di vittoria. Non sono una grande squadra ma una grinta invidiabile. Lotteranno per lo scudetto con Napoli e Juve.



In Napoli-Torino,Juric non ha esitato a far marcare a uomo i centrocampisti azzurri con ciò, almeno per gran parte della gara, limitandone la capacità di costruire gioco. Gran possesso di palla del Napoli ma pochi pericoli per i granata che, in un paio di occasioni, hanno sciupato contropiedi che meritavano migliori conclusioni. Solito rigore sbagliato da Insigne che, in questa Serie A, ne ha segnati due su cinque tirati: forse ne avrei segnati più io. Fortissimo Osimhen, grande velocità, potere fisico e tecnica. Infatti è stato lui che ha concluso, con una capocciata vincente a fine partita, una travolgente azione di Koulibaly. Pensare che il Toro pareva tranquillo nel controllo della gara, più sicuro nel possesso palla con Bremer che aveva preso le misure a Osimhen. Inoltre era entrato Belotti e, in alcune occasioni, aveva fatto tremare il Napoli costringendo agli straordinari Ospina. Con questa sono otto vittorie consecutive per Spalletti: non è la prima volta che gli accade, nelle occasioni precedenti non è finita bene. Il Torino ha giocato bene ma, come nel derby della Mole, non ha avuto la lucidità nel concludere a rete e nel finale è andato in agitazione soccombendo.

Juve -Roma partita da dentro o fuori in Serie A: la perdente rischia di sparire dalla corsa scudetto. È paragonabile ai ballottaggi in corso per l’elezione del sindaco delle città da cui provengono. Lo sanno Mourinho e Allegri che, si è visto già durante il riscaldamento, devono aver strigliato i giocatori per assicurarne la massima concentrazione. Le vittorie di Napoli e Milan rendono inutile il pareggio, bisogna vincere. Dopo un quarto d’ora di Maggica all’attacco si fa viva la Gobba: cross da sinistra, testata di Bentancur che carambolando su Kean manda la palla in rete. L’impressione è che la Roma si abbassi troppo e così il contropiede parta da troppo lontano. Era partito molto bene Zaniolo che però, dopo venti minuti, si è come troppo spesso accade infortunato. I bianconeri tenevano la squadra molto larga e scendevano sulle fasce, i romanisti miravano a passare in centro puntando sulla velocità di Abraham che non è parso fisicamente a posto. Nel primo tempo non è parsa una grande partita, i giallorossi a portare palla, i torinesi ad attenderli e ripartire. Azione travolgente di Abraham, rigore per la Roma che Veretout ha sbagliato. Il calciatore romanista aveva (su rigore) realizzato tredici reti consecutive, è chiaro che alla Juve è tornato anche il lato B.

Le due squadre rappresentano in modo preciso le caratteristiche delle città d’origine: grigia che bada al sodo la Juventus, frizzante come le ottobrate romane la Roma. Molto più veloce la ripresa ma poche le occasioni da rete. La Roma ha continuato a spingere ma con risultati intangibili, la Juve ha rischiato di raddoppiare con una splendida rovesciata di Bernardeschi. Purtroppo l’errore di Veretout ha rovinato la serata a Mourinho, e a molti altri. Alla prossima giornata di Serie A vedremo il derby d’Italia: se lo vincono i bianconeri sarà l’addio dell’Inter ai sogni di gloria e torneranno a ringalluzzirsi anche per questa stagione gli juventini: che noia…