Giornata 37, penultima di campionato di Serie A. Fatta salva la lotta per non retrocedere, questo campionato non ha più nulla da dire. Ecco allora che tutto il Belpaese si trasforma in un ammasso di esperti finanziari impegnati a discutere il futuro della squadra bauscia, la campione d’Italia.
Chiariamo un principio: l’Inter non rischia, di base, alcunché. Sono problemi della famiglia Zhang che, se non rimborsa quanto dovuto al fondo Oaktree, perde la proprietà dell’Internazionale spa avendo dato in pegno le azioni della stessa a garanzia del prestito ottenuto.
Questo finanziariamente. Ma ai tifosi interessa il fatto sportivo. OKT vorrà potenziare ancor più la Beneamata per poi rivenderla a un prezzo superiore o vorrà fare cassa subito cedendo pezzi pregiati? Verrà mantenuta l’attuale dirigenza o arriveranno uomini di OKT interessati esclusivamente al profit e non all’attività calcistica? Gli allenamenti la squadra continuerà a farli ad Appiano Gentile, il centro è proprietà Suning, o dove?
Non si dovrà aspettare molto tempo per capire.
In definitiva, è il percorso effettuato anche dal Milan post-berlusconiano, che ha creato ai casciavit serie difficoltà, l’allontanamento delle bandiere rossonere che, anche per demerito interista, un campionato lo avevano vinto. Via loro, titoli zero. Lo sfaldamento si è visto anche ieri contro il Torino: i rossoneri sono parsi agonizzanti. Si sono un poco svegliati quando, sotto 3-0 con rischio di catastrofe, la difesa del Toro ha regalato loro un inutile rigore. Tutta la difesa è da rivedere e Giroud da sostituire, gli americani vorranno investire?
Qualificazione aritmetica alla Champions per l’Atalanta: complimenti!
Un gran casino alla Juve che, in settimana, aveva spappolato la Dea aggiudicandosi un trofeo, Coppa Italia TIM, dopo tre anni di digiuno. Allegri, che obiettivamente sa il fatto suo perché da un mese si allenava solo per tale trofeo, sapendo che avrebbe dovuto sloggiare dalla panchina dei Gobbi, ha pensato di incendiare la dirigenza che lo ha sospeso dall’incarico pur con i giocatori che continuano ad osannarlo. Con ciò si è evidenziato lo scontro di tutte le favole: Agnelli contro Elkann!
Grande festa a San Siro per l’Inter campione. Spettacolo eccezionale dalle curve, stadio stracolmo, inni e canti scioglievano i tifosi! Per gli interisti è solo un giorno di festa, per la Lazio la gara ha un significato preciso: vincere per sperare di raggiungere l’Europa calcistica. Si è capito subito, i romani giocavano con il coltello fra i denti, i nerazzurri volevano divertirsi, finire rapidamente e partecipare alla gioia dello stadio con musicisti di grido, grandi cantanti, una festa di popolo. Pochi tatticismi, dopo tre minuti Thuram si è fatto ipnotizzare da Provedel, la Lazio ha segnato ma Castaignos era in fuorigioco.
I nerazzurri, pur giocando con evidente deconcentrazione, hanno costretto ad un paio di paratissime il portiere biancoceleste. Parata che non è riuscita a Sommer che ha permesso alla Lazio di portarsi in vantaggio. Lo svantaggio ha costretto l’Inter a fingere di cercare il pareggio. Qualche grande intervento di Provedel, palo interno di Lautaro, ma il tempo trascorreva, i laziali si chiudevano sempre più e l’Inter spingeva ma senza grande grinta. Quando più nessuno se lo aspettava, grande colpo di testa di Dumfries e 1-1. Finita, si dia il via alla festa!
La Lazio ha perso la grande occasione di agganciare la Maggica, l’Inter ha fatto il suo dovere, non si poteva chiudere con una sconfitta.