Forse non era necessario aspettare che si sfidassero Torino e Milan per dare un senso di copertura all’intera giornata di Serie A. Volevo però vedere fino a che girone infernale i casciavit potessero scendere, e allora mi sono trattenuto dal ritenere esaurite le mie cavolate dopo le gare del mercoledì. Già ho preso atto che anche quest’anno la gobba sarà insuperabile: ha fatto sette punti nelle ultime due gare dove, ad essere benevoli, ne avrebbe meritati quattro. Anche a Brescia è andata subito sotto, ha rischiato il doppio svantaggio su tiro splendido di un ottimo Balotelli ma poi l’autorete delle rondinelle allo scadere del primo tempo ha demoralizzato i lombardi ed esaltato le gobbentruppen. Secondo tempo di corsa e vittoria agguantata per disattenzione bresciana. Niente di rubato ma anche nulla di meritato realmente. L’infortunio di Danilo ha costretto Sarri a inserire Cuadrado che lo vale dieci volte. E’ stata la svolta dell’incontro. Ottimo Dybala, Rabiot e Ramsey da rivedere. Di gioco spettacolare non se ne è visto, però ha vinto: a loro, giustamente, va bene così. Non va bene alla Maggica che si è fatta inchiappettare, fra le mura amiche, dalla Dea. Fonseca ha tentato un modulo di gioco nuovo, con difesa a tre, che avrebbe anche dato dei frutti se Zaniolo avesse capito che se ti capita il pallone per segnare devi tirare e non compiacerti in giochetti inutili. Cosa che non ha fatto Zapata. Entrato nella ripresa ha spareggiato le carte con un goal e un palo in mezz’ora.



A San Siro l’unica cosa decente del primo tempo è stata la capocciata di D’Ambrosio, su perfetto cross di Biraghi che ha infilato i laziali. Le due squadre erano schierate a specchio per cui a centrocampo era come se marcassero a uomo. Ciò rallentava il gioco azzerando lo spettacolo. Handanovic è stato il migliore in campo con almeno tre parate spettacolari. Grandi incazzature di Inzaghi. Fra i bauscia si notava l’assenza pesante di Sensi. Ripresa più divertente con l’ingresso del piccoletto che, con Barella, ha dominato il centrocampo. La Beneamata si è mangiata tre occasioni da goal e tenuto con il fiato sospeso i tifosi finp all’ultimo. Poi l’applauso liberatorio del Meazza. Nerazzurri cinque partite di Serie A e 15 punti: chi se lo aspettava?



Ritorniamo al Milan. Ha giocato un buon inizio di partita ed è riuscito, con Leao, a procurarsi un rigoretto trasformato da Piatek. Per una decina di minuti ha dominato un Toro molto manzo. Poi nel finale di tempo Bennacer, il migliore dei rossoneri, ha un poco ceduto e i granata hanno potuto avvicinarsi a farfallone Donnarumma sbagliando, con Belotti, una enorme occasione per segnare. Buon primo tempo anche di Hernandez mentre Mazzarri ha voluto scendere in campo con una squadra molto offensiva. Ciò non lo ha premiato, i milanesi hanno gestito la partita. Ripresa più equilibrata con il Torino che ha attaccato e il Milan che in contropiede ha creato le azioni più pericolose. La partita si stava intristendo a centrocampo quando, in modo forse irregolare, Rincon ha conquistato palla: sul suo lancio in verticale è partito Belotti, il migliore in campo che, con tiro potente, ha battuto il non incolpevole portiere milanista. Il Milan, si vedeva, era sulle gambe: il Toro lo ha capito, si è buttato in avanti e, su grande combinazione Zaza-Belotti, si è anche portato in vantaggio. Le squadre si sono allungate e sono arrivate occasioni casuali per entrambe. I rossoneri non hanno fatto molto per ricuperare. Dai, buttiamoli nell’antinferno – della Serie A – con gli ignavi!

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