Decima giornata di Serie A. Si parte con il botto, anzi lo “sbotto“ juventino a Verona. Una squadra che a centrocampo schiera Arthur, Bentancur e Rabiot dà più l’impressione di lottare per la Conference League che per lo scudetto. Il miglior giocatore della gobba è oggi Dybala, un ex prospetto che non vale Recoba. Se dall’altra parte ti trovi una Hellas con in attacco Simeone, El Cholito, che è in un momento in cui se tirasse anche dalle gradinate farebbe goal, non puoi che incrementare la serie di sconfitte che, per questo campionato, sono già troppe. Sono tre stagioni che la coppia Agnelli-Nedved, quella che non sbaglia mai (secondo loro), non centra un acquisto o un allenatore.
Ora hanno sul gobbo la minestra riscaldata Allegri che costerà, con un contratto di quattro stagioni, più di 18 milioni per ciascuna per cui non lo possono esonerare. In difesa Bonucci e Chiellini non reggono più e gli altri, Cuadrado in primis, paiono sfiduciati. Il canto del cigno, con grande aiuto arbitrale, è stato fatto contro l’Inter: ora saranno augelli per diabetici. Sono tempi duri per gli juventini, rimanerlo verrà inserito nei lavori usuranti.
A tali lavori sono abituati i bauscia. Contro l’Udinese la squadra nerazzurra ha dominato il primo tempo creando almeno quattro occasioni da rete, tutte ciccate. Troppe volte i nerazzurri hanno cercato la penetrazione centrale impensabile con la difesa friulana; le poche volte che si sono appoggiati a Perisic e Dumfries sono nate le occasioni. Splendido Barella che ha sparato una decina di tiri contro Silvestri costringendolo ad un paio di interventi miracolosi, nullo Correa. I bianconeri hanno passato tre/quattro volte la metà campo. Ai nerazzurri, fino al riposo, è mancata un po’ di sana cattiveria.
Gli dei del calcio hanno voluto smentirmi spoduratamente. Correa, che io avrei sostituito con chiunque, è rientrato dal the con una volontà, velocità di dribbling e di tiro inaspettata; in 23 minuti l’Inter si è trovata in vantaggio con due spettacolari reti dell’ex laziale. La prima lanciato da una finta di Perisic che ha scombussolato la difesa dell’Udinese, la seconda su assist in velocità dì Dumfries. Poi la partita è stato un monologo della Beneamata che ha potuto mettere in campo le seconde linee, risparmiando i titolari per la Champions. Diverse occasioni per l’Inter, qualche sussulto bianconero da sparring parter di buon livello.
Vanno avanti ad alti e bassi l’Atalanta e la Lazio. I romani passano da partitone a schifezze, la Dea non sa più vincere in casa. Così facendo rischiano di rimanere escluse dalle quattro che vanno nell’Europa che conta. Altra vittoria del Napoli che comincia a preoccupare le avversarie di Serie A. Domenica, con un goal fortunoso, è passato a Salerno. Ha dovuto fare la partita senza l’attacco titolare e solo dopo un’ora di gioco, fatto entrare un giocatore di peso come Petagna al posto dell’inutile Mertens, è riuscito ad ottenere il vantaggio poi divenuto definitivo. Gli azzurri hanno mostrato di essere un gruppo forte, consapevole dei propri mezzi e capace di vincere anche nelle giornate storte. La Salernitana ha giocato bene chiudendo gli spazi al centro al fine di costringere gli avversari ad attaccare solo sull’esterno. Ha perso per un fatto casuale, un pareggio sarebbe stato più giusto.
Oggi a Roma i grandi del mondo hanno partecipato al G20. E’ partita una grande discussione sul clima. Draghi ha risolto la problematica alzandosi e impostando il termostato sui 20 gradi. Unico accordo unanime. Tornando alla Serie A, grande serata all’Olimpico di Roma per l’incontro della Maggica contro i Casciavit. Entrambe gli allenatori hanno impostato la loro squadra con il 4-2-3-1. Ibra e Abraham le due punte. I rossoneri sono partiti forte portando molti giocatori nell’area giallorossa. La Roma, dopo una ottima occasione fallita da Pellegrini, si è posizionata molto indietro puntando sugli strappi.
Strepitosa punizione di Ibra che ha infilato Rui Patricio, pareva un servizio vincente di Federer. Il Milan nella prima mezz’ora è parso molto più sicuro dei capitolini. Dopo il vantaggio milanista la partita si è fatta più equilibrata anche se Kessie e Bennacer hanno continuato a dominare a centrocampo. Troppo debole il pressing giallorosso sui portatori di palla avversari. Buon per la Roma che il primo tempo sia finito sul minimo svantaggio dando tempo a Mou di rivedere le posizioni in campo. Non c’è stato un gran gioco però il costo del biglietto si è giustificato.
Alla ripresa la Roma si è buttata in avanti ma ha rischiato macroscopici contropiedi del Milan. Fortunatamente per la Maggica Ibra è andato spesso in fuorigioco ma, in una delle occasioni, con grande destrezza lo svedese è riuscito a convincere l’arbitro di aver subito un rigore. Tiro di Kessie, raddoppio e partita finita. Abraham, oggi inutile, è stato sostituito con poco miglioramento dal Faraone. Non è servito a Mou rivedere l’impostazione difensiva schierandosi con tre centrali. Poco dopo l’ora di gioco è stato espulso Hernandez ma, nonostante la superiorità numerica, non si è mai avuta l’impressione che la Roma potesse ricuperare due reti. Infatti solo nei minuti di ricupero è riuscita a dimezzare lo svantaggio. Domenica ci sarà il derby della Madonnina: nel caso inopinabile il Diavolo dovesse vincere, prenderebbe uno slancio verso lo scudetto che il Napoli difficilmente potrebbe contenere.