Serie A, Inter-Verona: occasione per i nerazzurri per incassare tre degli otto punti che mancano allo scudetto. Però, come già successo in settimana con lo Spezia, la squadra pare avere il braccino corto come un tennista che inaspettatamente si sente vicino ad un successo inaspettato. Il primo tempo è stato tutto un giocherellare per il campo con un’unica, clamorosa occasione per la Beneamata. Nei primi minuti Lautaro, solo davanti a Silvestri, lo ha superato con un facilissimo pallonetto che però è finito due metri sopra la traversa. Troppo lenti i bauscia, Hellas solo difesa. Ripresa in linea con il primo tempo e grade incrocio dei pali colpito, su punizione, da Hakimi.



Il Verona sempre in difesa ma con maggiore spigliatezza. Ci sono voluti 76 minuti perché il popolo bauscia potesse esultare. Finalmente un paio di scambi veloci, palla a Darmian all’altezza del rigore, piattone ad uccellare il portiere gialloblu. L’ingresso di Sensi e Darmian ha dato un po’ più di smalto alla squadra ma niente di eccezionale, non è più l’Inter di un mese fa. Forse anche i casini societari cominciano a pesare nella testa dei giocatori. Zhang, il presidente, è stato uno dei sostenitori della Superlega. Con ciò tutti hanno compreso che di soldi da mettere nell’Inter non ne ha più.



Il gruppo della Superlega ha dato l’impressione di una serie di ex nobili che pensano che mettendo assieme i titoli acquisiti nel passato possano far credere alla gente di essere anche i riferimenti per il futuro. La gente non è stupida. Tutti hanno capito che non volendo, o non potendo, più investire hanno cercato di sostituirsi alla Champions che, se non inventa qualcosa di nuovo, è comunque destinata a morire. Al momento però, per l’Uefa è ancora una gallina dalle uova d’oro, e per i superleghisti sarebbe stata la copertura di spese eccessive fatte.

Comunque i nerazzurri in questa domenica di Serie A se la sono svangata guadagnando due punti sui gobbi che a Firenze hanno faticato a pareggiare per l’inconsistenza del loro centrocampo sempre superato dai toscani. Si è visto Dybala che, per avere qualche pallone giocabile, è dovuto tornare a trenta metri dalla porta avversaria. Oramai la Juventus è quasi matematicamente fuori dalla lotta scudetto. A Firenze, specialmente nel primo tempo, dominio totale della Viola, ripresa più da pareggio. Visto Ronaldo sbuffare, non so se perché incavolato o per il fiatone legato all’età.



Grande azione di Carles Pérez della Roma per raggiungere il pareggio nell’incontro con il Cagliari che si era portato in vantaggio dopo soli cinque minuti; la Maggica si è presentata in Sardegna con il desiderio di giocare una partita tranquilla di preparazione all’incontro con il Manchester United di Europa League. Diversi titolari in panchina, grande impegno nel tenere basso il ritmo. Il Cagliari non è una cattiva squadra, ma quando il campionato lo inizi male rischi sempre di finirlo peggio. Però la fame ti può spingere a imprese impensabili. Così è successo che mentre la Roma ha sempre giocato a ritmo da “ballo del mattone”, la squadra di Semplici spinta dalla forza della disperazione è riuscita ad arrivare al doppio vantaggio, poi ridotto da Fazio, portandosi a casa tre punti che tengono aperta una piccola speranza di salvezza in questa Serie A. I giallorossi debbono invece prendere atto che entrare nei primi quattro posti della classifica sarà veramente un’impresa ardua.

L’Atalanta ha raggiunto provvisoriamente il secondo posto in classifica, come obiettivamente merita. Un campionato eccezionale ricavando grandi calciatori da giovani sconosciuti. Un progetto che dura da qualche stagione e, tra lo scorso campionato e l’attuale, ha trovato realizzazione. Con un poco più di coraggio sarebbe a lottare con l’Inter. Col Bologna, dopo aver subito i felsinei nei primi venti
minuti, la Dea è divenuta incontenibile. Gioco rapido, scambi di posizione e di palla fra i giocatori seguendo schemi ben memorizzati. In attacco terminator incontenibili quali Zapata e Muriel. Ciò premesso già soddisfacente per i petroniani aver chiuso il primo tempo sotto solo di due reti. Purtroppo per loro i tempi sono due e i bergamaschi sono entrati dopo il riposo ancora più scintillanti. Hanno piazzato presto altre tre reti e, se non avessero deciso che fosse sufficiente, sarebbe stata una goleada eccessiva per un Bologna rimasto in dieci per l’espulsione di tale Schouten.

Il Milan oramai lo fanno giocare al lunedì, come anni fa in alcune sale cinematografiche di provincia: prima c’era il film “principale” poi, in aggiunta, un vecchio filmettino per chi aveva tempo da buttare. I casciavit, dopo un trionfale girone di andata ora vengono utilizzati per l’ultima partita della Serie A e al lunedì. Chi avrà tempo la potrà guardare. Se il Napoli che giocherà un paio d’ore prima contro il Torino dovesse vincere, i rossoneri dovranno a tutti i costi – per esempio con un rigore fasullo a favore – battere la Lazio se vorranno partecipare alla prossima Champions.