Anche questa giornata di Serie A ha confermato che le due squadre più in forma del momento sono la Beneamata e il Napoli. I partenopei hanno strapazzato uno Spezia per nulla grintoso, e le motivazioni soni due: la squadra si sente quasi salva e, dovendo giocare mercoledì una gara più abbordabile, era inutile stancarsi. Col Napoli fare risultato era più difficile che scalare il K2. L’Inter, oramai Campione d’Italia, ha schierato la squadra B. Ma se pensiamo che contro la Samp due riserve come Gagliardini e Sanchez hanno segnato e fatto assist, si capisce perché la stagione calcistica sia stata dominata dai bauscia. Il Nino Maravilla ha insegnato calcio e tutta la squadra, senza pressioni, ha dato spettacolo e dominato i blucerchiati. In questo periodo solo la Dea ha mostrato di essere ancora pimpante, la Lazio è partita troppo in ritardo nell’inseguimento alla Champions e, in più, la Fiorentina in questa giornata di Serie A l’ha asfaltata.



Gobbi e casciavit rischiano grosso, almeno una fra le due. La Maggica potrà consolarsi nel prossimo campionato di Serie A: sicuramente l’arrivo di Mourinho darà la sveglia all’ambiente e a tutto il campionato anche se il tempo passa e oggi lo Special One non è certo quello del triplete. Mi sembra nella condizione di Herrera quando Fraizzoli lo riportò all’Inter: un mago “smagato”. Non so se è già l’effetto di Mourinho ma in questa giornata, dopo un primo tempo grigio, i giallorossi hanno infilato cinque volte la porta del Crotone. Ora il miglior allenatore è Antonio Conte capace di vincere in tutte le situazioni, non c’è dubbio. Sa formare calciatori, trovare loro il ruolo più adatto e motivarli. Una persona a lui paragonabile è il Generale Figliuolo: in poco tempo ha dato una organizzazione logica alle azioni anti Covid, motivato il personale sanitario, mantenuta ogni promessa. Ha fatto più e meglio lui in due mesi che altri in un anno. Così anche Conte: ha vinto il campionato senza avere una società alle spalle, il presidente bimbo cinese è sparito per sei mesi!



Ed ecco lo spareggio Champions fra Juve e Milan. Due squadre non eccelse ma con all’attacco campioni di valore mondiale: Ibra e Ronaldo. Grande determinazione e pressione iniziale dei bianconeri che hanno infilato diversi calci d’angolo creando problemi a Donnarumma. Però, con l’andare del tempo, si è capito che i rossoneri avevano maggiore consistenza a centrocampo e volontà di raggiungere il risultato. Fermi i due grandi delle squadre, ci ha pensato il piccolo Brahim Diaz a portare in vantaggio il Milan. La Juve non ha fatto un tiro in porta per tutto il primo tempo. Secondo tempo sulla falsariga del primo: juventini avanti e ripartenze milaniste. Durante una di queste Chiellini ha provocato un rigore. Momento fondamentale per abbattere la Juve: Kessie, che non sbaglia mai, batte un rigorino che avrei parato anch’io. Certe responsabilità debbono prenderle i grandi campioni non i figuranti.



Lo scampato pericolo ha ringalluzzito i gobbi che si sono buttati in avanti con grande foga. Contemporaneamente si è – da solo – infortunato Ibra sostituito da Rebic che, dopo poco, ha concluso in rete un’azione cacciavitesca ben organizzata. Pirlo ha aspettato gli ultimi dieci minuti per inserire Dybala che almeno, al contrario di Cr7, qualche giocata l’ha fatta. Pioli ha apportato un paio di cambi alla squadra pensando di difendersi meglio. Non c’era bisogno, la difesa della Juve oggi era un gruviera. Infatti, con una zuccata di Tomori, i milanisti hanno infilato la terza pera. In questo momento la Juve è fuori dalla Champions, altro che triplete! Spiace, moltissimo, per i numerosi tifosi bianconeri, ma sicuramente se ne faranno una ragione.