Serie A, Napoli ancora vincente ma il Sassuolo sbaglia partita

Il Sassuolo, ho sentito dire, non ha demeritato. Cavoli, a metà gara era già sotto di tre reti, figuriamoci se avesse demeritato. Molti non capiscono che nel calcio esistono due finalità: buttare la palla nella rete avversaria, mantenere inviolata la propria porta. Si deve giocare a cazzimma, cinici, spietati come lo è stato Osimhen e non lo sono stati Pinamonti e l’allenatore Dionisi.
In questo periodo forse non esiste squadra al mondo che possa battere in Napoli per cui, se sei intelligente, l’affronti con umiltà, rinforzi la difesa e metti qualche spillo in contropiede. Tutto il contrario di quanto fatto dai neroverdi, palleggio, tentativi di inserimento dei centrocampisti che lasciavano scoperta una difesa già debole e pronta ad essere violata. In termini politici la differenza fra le due squadre è la medesima esistente fra Fdi e Lega, più di 20 punti percentuali. Intanto Spalletti incassa vittorie in serie, solo il Lecce ha capito come affrontarlo, ha messo il bus sulla linea di porta. Si parla di bel gioco, è solo quello che ti fa vincere. Altrimenti ti capita come al Sassuolo, ritorni a casa con quattro pere sul groppone.
Il Lecce anche contro la Juve, ha mostrato, nel primo tempo ,come ci si difende se ritieni l’avversaria più forte. La Juve non ha potuto che attuare un palleggio prevedibile e ripetitivo, senza sbocchi, tanto che lo zero a zero è stato il corretto risultato. La gobba è parsa molto contratta per almeno quaranta minuti, poi è migliorata in velocità ottenendo però solo calci d’angolo. Molto più volitiva la Juve nella ripresa in particolare per merito dei giovani inseriti da Allegri che hanno reso vincente un centrocampo addormentato. Il Lecce è parso stanco e spaventato permettendo occasioni, non clamorose, ai torinesi. Fino ad un quarto d’ora dal termine quando Fagioli, uno dei giovani, con un tiro a giro ha sorpreso il portiere leccese. I bianconeri hanno vinto di corto muso, con grandi rischi e trincea finale con palo clamoroso del Lecce, ma se la squadra è quella vista contro i salentini sarà difficile entrare nei posti Champions.

Serie A, la Samp è poca cosa. La Lazio si fa recuperare e battere

A mio parere non entrerà nemmeno nelle migliori decisioni quella del nuovo ministro della sanità che prevede la presentazione “solo “settimanale dei dati Covid. Intanto chiariamo, anche per esperienza privata, che il virus circola ancora e colpisce. Ora, dando i dati raggruppati, si arriveranno a contare almeno 500 morti a settimana anziché sentire i 70 giornalieri. L’impatto psicologico sarà molto forte e il risultato ottenuto sarà più quello di spaventare che non di tranquillizzare. Spero rimangano le mascherine obbligatorie almeno negli ospedali e nelle RSA. Sentiamo cosa dirà la scienza, non debbono essere prese di posizione ideologiche o politiche. Non sono decisioni facili come affermare che è poca cosa la Sampdoria nei confronti della Beneamata. Dopo alcuni attacchi velleitari degli uomini di Stankovic, i bauscia hanno preso in mano la partita e, ai venti minuti, erano già in vantaggio con De Vrij. Si è visto un Barella a tutto campo, leader della squadra che i compagni cercano e chiamano a dettare i tempi di gioco e segnare. Grande! I blucerchiati hanno cercato di pressare alto, sviluppando anche un buon gioco ma i giocatori genovesi sono da lotta per non retrocedere. I nerazzurri, tagliati fuori per lo scudetto, giocando così potranno raggiungere i posti per l’Europa che conta. La Samp ha poi rischiato l’imbarcata, bontà degli interisti che, sbagliando almeno cinque occasioni, si sono limitati ad una grande galoppata, con rete finale di Correa. Tre reti a zero hanno correttamente indicato l’andamento dell’incontro. Gioia e folklore sugli spalti di Napoli e Lecce. Quella è vita. Non stupidaggini di feste come quella di salcazzo come si chiama che ha portato in Corea del Sud a più di 150 morti fra i giovani. Sono contento che il 31/10 a Seregno e l’1/11 ad Assago mio figlio Mario si esibirà in concerto suonando il Requiem di Mozart con l’orchestra sinfonica Pro Musica. Sono sicuro che sarà tutto esaurito da persone che hanno le scatole piene di queste finte feste esclusivamente indirizzate al consumismo. Non si è consumata molto l’Atalanta per vincere a Empoli. Troppa differenza fra le prime otto in classifica e le altre, sono due campionati separati con quasi zero sorprese. Non ha timbrato il cartellino la Lazio in casa contro la Salernitana anzi, grande sorpresa, si è fatta recuperare e battere. Mezza sorpresa a Cremona dove la squadra locale ha inchiodato l’Udinese sul pareggio.

Serie A, il Milan crolla e il Napoli vola

Siccome la Magica giocherà nei posticipi del lunedì sera, chiudiamo commentando come è andata  fra Torino e Milan, fra Toro e Diavolo. È stata una delle poche sorprese: clamorosa eccezione. I casciavit sono partiti fin troppo sicuri di sbarazzarsi in pochi minuti del Torino, due occasioni per Leao; poi i granata hanno cominciato a macinare gioco finché, nella parte finale del primo tempo, hanno piazzato un terribile uno-due che ha messo diavoli e diavolesse in ambasce. Partita dura, il Toro perché formato da lottatori, i Diavoli perché incavolati per lesa maestà. Primo tempo con attacco rossonero pressoché inesistente, Diaz e Origi non pervenuti. Riusciranno i torinisti a rimanere concentrati anche nella ripresa? Fino al 45* il Milan è parso stanco, incapace di svolgere il solito gioco fatto di sacrificio e velocità. Dall’altra parte il Toro è parso pimpante e determinato. Pioli ha buttato in campo De Ketelaere e Rebic al posto di Leao, oggi deludente e Diaz.Però i granata non hanno accennato a mollare e sono andati più vicini loro alla terza rete che il Milan a dimezzare. È stata a una bella gara, nessuno voleva perderla. A metà secondo tempo i milanisti, anche perché il Toro pareva un po’ stanco, hanno cominciato a conquistare campo. I granata ballavano e il Milan ha  segnato forse un poco irregolarmente. Allora la partita si è riaperta e il Diavolo sentiva l’odore di sangue del Toro. È entrato anche  Bennacer per accelerare il ritmo ma non era serata. Il Torino ha  vinto con merito. L’Olimpico inneggiava “Toro,Toro” che tanto somigliava al “Tora,Tora” di Yamamoto per l’attacco a Pearl Harbor: stasera è la corazzata Milan che è affondata. Il Napoli sta fuggendo.


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