La 21ª giornata del campionato di Serie A ha emesso una prima doppia sentenza: la Juve rimane in pista anche per lo scudetto, il Milan sarà in difficoltà nel raggiungere la Champions, anche perché Lazio e Bologna hanno passeggiato con Verona e Monza.
Ciò ha detto lo scontro diretto fra Gobbi e casciavit, un match chiave di Serie A. Aldilà del risultato, che ha assegnato tre punti ai bianconeri esclusivamente perché sono stati più fortunati dei milanisti, si è potuta vedere una Juve giocare da squadra, contro i rossoneri che cercavano di scambiarsi le posizioni per non dare riferimenti agli avversari e che, alla fine, non davano riferimenti a loro stessi. Quella in corso è per loro una stagione buttata al vento: hanno vinto, per presuntuosità interista, la Coppa Araba, e meglio si accontentino. I torinesi, al momento, paiono fuori dai giochi ma non è così: non cedono mai, vanno sempre presi con le pinze, specialmente in Serie A.
Il Milan vale la Maggica, che, quando riesce ad essere un complesso di giocatori e non un insieme di individualità, può vincere contro chiunque. L’ha fatto col Genoa e può ripetersi. Ottava vittoria del Napoli su undici partite giocate in trasferta, proprio nella gara in cui la Dea non ha mostrato complessi di inferiorità nei confronti della capolista. I biancazzurri hanno saputo soffrire quando l’Atalanta dominava in campo e approfittare di piccole magagne della difesa bergamasca per fare il colpo più importante della giornata.
Se tutto poi gira bene, succede che Lukaku segni l’unica volta che tocchi decentemente la palla. Con questa sconfitta i bergamaschi hanno mostrato di non avere abbastanza attributi, e fortuna, per puntare allo scudetto di Serie A.
A San Siro l’Empoli è partito deciso a tenere tutta la squadra nella propria metà campo per stringere gli spazi, limitando il gioco a un catenaccio degno degli anni Sessanta del secolo scorso. L’Inter di questo periodo non ha la velocità sufficiente a superare difese più che chiuse, per cui, nella prima parte di gara, non è riuscita che a colpire un palo e costringere Vasquez a una grande parata. Entrambe le occasioni sono state merito di Lautaro. Zielinski e Taremi parevano due personaggi capitati in campo per caso.
Il Napoli si percepiva ancora più lontano della realtà certificata dalla classifica di Serie A. C’era poca intensità nel gioco dei bauscia e carenza di qualità. Iniziato il secondo tempo, la Beneamata ha cominciato a far girare la palla come a erodere le linee di difesa dell’Empoli. C’è voluta però una prodezza di Lautaro per sfondare la rete dei toscani.
Il vantaggio interista ha sbloccato l’incontro, rendendolo un poco più divertente. Gli azzurri sono stati costretti ad attaccare, liberando spazi di campo dove l’Inter poteva buttarsi alla ricerca del bis. L’ingresso di Thuram e Miki ha sottolineato la differenza fra loro e le loro riserve. Poco dopo il loro apparire, Dumfries, raddoppiando, ha tranquillizzato la parte interista del Meazza, fino a quando gli empolesi sono riusciti a trasformare in gol l’unico tiro verso la porta milanese.
Qui sono iniziati minuti drammatici con interisti impauriti ed Empoli avanti tutta. Ci ha pensato Thuram: 3-1 e fine spettacolo. Comunque, l’Inter è parsa stanca, e i tanti impegni che l’aspettano nel prossimo mese danno un vantaggio al Napoli difficilmente sormontabile. Però gli dèi del calcio esistono proprio per sovvertire le previsioni: forza, è il momento!