Siamo alla decima in serie A. Solo l’intervallo ha separato le due reti con le quali l’Atalanta ha ribaltato il vantaggio del Sassuolo. Peccato per la Dea i due punti lasciati a Udine altrimenti oggi sarebbe sicura di rimanere in testa alla classifica. Contro i neroverdi è stata una gara combattuta ma corretta fra due squadre che hanno mirato a vincere pur facendo grande attenzione nel tenere corta la distanza fra i reparti per non concedere agevoli ripartenze agli avversari.
Certo, quando i piastrellisti sono passati in vantaggio qualche preoccupazione ha preso i bergamaschi: che fosse la fine dei sogni? Dovrà lavorare ancora parecchio Allegri per presentare una Juve decente. Il derby della Mole è stata una partita monotona fra una squadra, la Gobba, che deve ritrovarsi e il Torino che va segnalato a “Chi l’ha visto”. I bianconeri hanno vinto perché così hanno deciso gli dei del calcio, il Toro, senza attaccanti, ha costruito gioco ma, in quanto a volontà e capacità realizzativa, è stato inesistente, è parso un Toro scornato.
È bastato invece solo un quarto d’ora al Bautauro, nel senso di Toro dei bauscia, per mettere sotto la Salernitana. D’altra parte i granata non avevano ancora passata la metà campo, la Beneamata è partita alla grande, in pieno dominio. Da quando Calha ha iniziato a giocare da play davanti alla difesa i nerazzurri si sono svegliati. Il turco svolge il proprio compito con grande intensità, difende e attacca con studiata alternanza. Il pressing interista ha messo in grande difficoltà i campani, mai sono riusciti a innescare gli attaccanti. Sepe è stato costretto a grandi parate, Onana a fare da spettatore non pagante. Tutto ciò nel primo tempo. Alla ripresa la Salernitana si è presentata più baldanzosa e decisa a prender campo, pareva essersi tolta di dosso la ruggine della paura di San Siro. Però è bastato un capovolgimento di fronte e Barella, con un inserimento tipo Barcellona, ha raddoppiato. Bravo Inzaghi nei cambi. L’Inter è parsa in salute, per il campionato c’è anche lei con la sua personalità, forza e cattiveria.
Non era certo il Bologna la squadra più adatta a fermare la cavalcata napoletana, eppure ha rischiato di farlo. A fine primo tempo è andata in vantaggio su svarione di Juan Jesus facendo tremare la tifoseria napoletana. Per fortuna di Spalletti lo stesso JJ ha provveduto, prima del riposo a pareggiare il conto. A inizio ripresa gli azzurri hanno ribaltato il risultato ma sono stati (ri)raggiunti dai felsinei finché Osimhen non ha siglato la rete che serviva per riportare il Napoli in vetta al campionato. È stata una gara che ha visto un dominio totale del Napoli che però in difesa, quando non ha tutti i titolari, mostra più di una pecca. Ciò tiene vive le speranze di chi insegue.
Lazio e Udinese si sono elise a vicenda bloccandosi sullo 0-0 ma hanno mostrato di meritare i posti di lusso che occupano in classifica. Ha giocato meglio l’Udinese che, peccato per lei, non è riuscita a sfruttare le occasioni. A Verona la Hellas è partita costringendo in Milan alla difesa per dieci minuti quando si è fatta harakiri prima lanciando l’azione dei casciavit e poi infilando in rete il cross di Leao con Veloso. Da lì i veneti sono spariti per una decina di minuti fino a che il giovane Gabbia ha infilato la propria porta portando in pareggio la gara. I veronesi hanno continuato a pressare alto rischiando molto sulle ripartenze rossonere ma Giroud, spesso decisivo, nell’occasione è risultato nullo, anzi, dannoso. Le squadre, nella prima mezz’ora hanno tenuto un ritmo vertiginoso poi si sono umanizzate, anche troppo. I veneti, con Bocchetti nuovo allenatore, sono parsi aver ripreso fiducia e autostima. La partita è continuata con un andirivieni di attacchi delle due squadre che non hanno portato a nulla di incisivo fino a pochi minuti dal termine. La Hellas pareva più in pista dei rossoneri ma abbastanza inconcludente. Quando giochi e non “uccidi”rischi sempre e così è accaduto al Verona. In un momento di disattenzione degli avversari i milanisti sono partiti in contropiede e con Tonali si sono portati a casa i tre punti nonostante i disperati attacchi finali dei gialloblù. Napoli e Milan sono apparse meno belle del solito ma la vittoria è finita nelle loro saccocce, è la legge dei più forti e, per giunta, fortunati.