SERIE A, 12^ GIORNATA

Dodicesima di Serie A: è iniziata la rincorsa Juventina. Quando si vince a tempo scaduto, con una rete che definire fortunosa non rende l’idea di quanto lato B ci sia voluto per realizzarla, trattandosi dei gobbi che non bisogna mai considerare morti, bisogna correre a reinserirli fra i candidati allo scudetto. Con la Fiorentina si è visto un incontro fra due squadre molto statiche che si annullavano a vicenda. Solo l’espulsione di Milenkovic a metà ripresa ha spinto i bianconeri a portarsi in modo deciso in avanti. Ci sarebbe da discutere su un netto fallo di mani, nella propria area,d i Danilo a fine primo tempo che, a parti inverse, sarebbe stato rigore e ammonizione al manesco. Ma quando gioca la Juve si adotta un regolamento ad hoc. L’Atalanta continua a tenere il passo delle migliori imponendosi a Cagliari in virtù di un ritmo di gioco assolutamente impossibile da tenere per i rossoblu.
Zapata ha dato spettacolo e avrebbe meritato più della bellissima rete segnata a fine primo tempo e che è valsa la vittoria alla Dea.



Ha rischiato di farsela addosso Mourinho. Dopo tre minuti era già sotto, la difesa della Maggica aveva commesso una pollastrata della quale aveva approfittato Caldara. I giallorossi attaccavano ma la difesa del Venezia dava pochi spiragli. Fino a che, colpito l’ennesimo palo, Abraham si è stancato e prima con un assist ha mandato a rete Shomurodov poi, proprio allo scadere del primo tempo, si è messo in proprio uccellando Romero. Partenza capitolina con motore al massimo ad inizio ripresa con un paio di clamorose azioni da rete. El Shaarawy ha fatto tutta la fascia sinistra come Eto’o nell’anno del triplete interista. Buona prestazione del Faraone. Il Venezia ha continuato a lottare ma la superiorità tecnica dei lupi è sempre parsa evidente, Roma “massa” forte, pareva per i lagunari.



Ma, appena passata l’ora di gioco, in una delle rare occasioni in cui i neroverdi si sono affacciati all’area romana l’arbitro, solo lui, ha visto un rigore che ha permesso il pareggio al Venezia. Capitolini tutti avanti, altre reti sfiorate di un soffio e siccome a rete sbagliata corrisponde rete segnata dagli avversari ecco il 3-2 per i veneti. Finale giallorosso strano, dopo lo svantaggio la Roma è parsa svuotata e solo un paio di grandi parate di Rui Patricio hanno evitato a Mou una sconfitta peggiore. Liquidiamo in poche parole la vittoria della Lazio con la Salernitana. È questa una squadra inesperta per la Serie A ,cui si sono aggiunte due vecchie glorie come Ribery e Obi. Oltretutto a Roma ha colpito due pali, pertanto anche sfigata.



Diverso è stato l’impegno profuso dal Napoli per tentare di superare il Verona Hellas al Maradona. Passata in svantaggio con l’oramai solita rete di Simeone, la squadra di Spalletti è riuscita con Di Lorenzo a recuperare rapidamente. Affrontare il Verona non è semplice. Ha un gioco che somiglia molto a quello atalantino, fatto di scambi rapidi, raddoppio di marcature e ripartenze veloci. Tale gioco ha messo in grandi ambasce gli azzurri che comandavano si il gioco ma venivano aggrediti appena avanzavano palla al piede. Nei fatti i gialloblù hanno creato diversi pericoli alla porta di Ospina,molto  più di quelli creati dai vesuviani a Montipò. Negli ultimi 20 minuti, anche per il calo degli avversari, i napoletani hanno preso il sopravvento a centrocampo. Questo ha permesso loro di assaltare la difesa veneta, però con poche opportunità create, un palo di Mertens a pochi minuti dal termine e poi niente altro nonostante il Verona sia rimasto in nove.

Spettacolare il gioco di luci che,al Meazza in San Siro, è stato predisposto per il ritorno del pubblico al derby della Madonnina. Il Milan conosceva il risultato di Napoli per cui ha sfoderato la massima grinta col desiderio di andare in fuga. L’Inter sapeva che perdendo si sarebbe scucita un pezzo di scudetto dalle maglie, ergo massima concentrazione. Lette le formazioni si è capito che i casciavit avrebbero piazzato Krunic a limitare Brozovic, il regista dei bauscia. Iniziata la gara l’Inter si è mostrata più solida a centrocampo e più capace di giocare in verticale. Il Milan più impegnato nel far girare la palla e migliore nei dribbling. Comunque primo tempo intensissimo giocato con grande velocità, da far pensare “vincerà chi reggerà meglio fisicamente”. Senza autorete e rigore la prima parte di gara sarebbe finita a reti inviolate per la forza e l’attenzione delle difese.Grave l’errore di Lautaro, i rigori nel derby valgono almeno il doppio, non si possono sbagliare.

Grande Calhanoglu che preso il fallo, si fa dare il pallone da scaraventare in rete. Meraviglia la non espulsione di Ballo-Touré colpevole del secondo rigore, quella di Darmian era una chiarissima occasione da rete. Una cavolata l’autorete di De Vrij, un calciatore della sua esperienza non deve commettere certi errori! Nella ripresa si è visto che la Beneamata, quando in possesso di palla, ha sempre mirato a rallentare il ritmo per partire improvvisamente, i rossoneri hanno invece continuato nel loro gioco in velocità. Da raccontare un’azione corale dell’Inter nei primi minuti: lancio di Brozovic a Perisic, cross che taglia l’area milanista, Darmian al volo la rimette al centro a due metri dalla porta, tentano l’intervento Dzeko e Lautaro senza riuscire a deviare per questione di millimetri.

Poi le squadre, pur tentando di attaccare, parevano aver paura di perdere. Solo un palo colpito da Saelemaekers ha agitato un poco i tifosi. È finita in pareggio: il Milan non va in fuga, l’Inter rimane a 7 punti. Sbagliando i rigore ha buttato due possibili vittorie, con l’Atalanta e col Milan, totale quattro punti cannati! Inoltre i nerazzurri, contro le grandi, sono sempre andati in vantaggio ma non sono mai riusciti a tenere il risultato. Così facendo addio sogni di gloria.