Come giornata di Serie A siamo alla numero 13. Una volta era la fortuna per il totocalcio, stavolta lo è stato per la Juve. La Dea ha dominato un’oretta di partita, ha fallito un rigore – pota – è passata in vantaggio poi, raggiunta praticamente su autorete, si è ributtata in avanti e ciò è stata manna per i gobbi. Higuain e Dybala l’hanno abbattuta come gallina per bollito. L’assenza di Ronaldo sta facendo la fortuna dei bianconeri: possono giocare spingendo, con diversi cannoni, i due realizzatori e Cuadrado, senza obbligo di passare da CR7, oramai calciatore da mezza partita. Lasciamo poi perdere qualche svistina arbitrale, non sicuramente a vantaggio dell’Atalanta, e la frittata scudetto è indicativamente fatta e assegnata. I bergamaschi sono forti ma debbono ancora maturare per i grandi traguardi. Lo afferma anche il ministro Spadafora per il suo movimento. Piccola differenza: l’Atalanta deve accontentare qualche migliaio di tifosi, i Five stars gestire l’ottava potenza industriale del mondo.
Il Milan pensa di avere un futuro in Champions prendendo Ibra. Come se il governo pensasse ad un magnifico domani chiamando De Mita a fare il presidente del Consiglio. La maturità è fondamentale ma senza esagerazione. Contro il Napoli i casciavit hanno, come spesso succede, tenuto per un tempo poi gli azzurri hanno preso il sopravvento ma le due difese, pur apparendo buche come il gruviera, si sono trovate a contrastare attacchi inesistenti. Se poi aggiungiamo che le due squadre dispongono di grandi portieri è già fuori regola che lo scontro di Serie A non sia finito a reti inviolate. Pareggio con un gollettino ciascuna che serve poco ai partenopei e un po’ di più ai rossoneri per non trovarsi in zone pericolose di classifica. La riesumazione, seppur difficile, di Zlatan al Milan mi pare il ritorno di Meazza – negli anni 40 – all’Inter che si trovava in pericolo. I bauscia si salvarono, auguri all’altra squadra di Milano.
Il toro nerazzurro ha dato il via all’asfaltatura del toro granata. Oggi Lautaro è certamente fra i dieci migliori attaccanti del globo e il migliore della nostra Serie A. Conte è riuscito a convincere Lukaku ad assecondarlo, e in tal modo è nata una coppia formidabile. Tre pere al Torino, in casa sua, non sono un risultato da tutti: ricordiamoci la fatica della Juve nel derby. Brozovic è oramai un regista collaudato e, attorno ai tre citati, giocano una serie di buoni calciatori. Quella bauscia non è una squadra di grandissimo livello ma certamente capace di insidiare la gobba se questa non giocasse tutte le partite in undici più… qualcosa. Guardando al passato diremmo: non è ancora Gimondi ma chi ha davanti non pare Merckx.
La Maggica, dopo un primo tempo incolore, ha assalito le Rondinelle ad inizio ripresa e, in otto minuti, le ha sotterrate. Le prime due reti sono state realizzate dai difensori centrali, gli attaccanti non sono apparsi particolarmente in giornata. Il Brescia ha fatto quanto poteva: difendere la sconfitta per non appesantirla. Senza sforzo la Roma sfondava da tutte le parti e anche gli attaccanti sono stati costretti a segnare. Con questa vittoria i giallorossi si possono risentire in corsa per le posizioni di vertice in Serie A, debbono però imparare ad avere continuità. Come dice il proverbio ricordiamo: una vittoria con le rondinelle non fa primavera.