Ultima giornata di Serie A ed elezioni europee. Lotta fra Inter, Atalanta e Milan, con la Roma a gufare, per la Champions e scontro fra europeisti e nazionalisti per la gestione futura del nostro continente. Dopo quanto successo in Gran Bretagna, dove andando a votare con superficialità si è decisa l’uscita dalla casa comune europea e ci si è accorti di essere divenuti più poveri e con maggiori vincoli, penso che di sovrani sti puri e duri ne esistano pochi. Ci sono visioni diverse sul come l’Europa, che siamo noi, debba gestire i rapporti con le singole nazioni: io mi sento Europeo di nazionalità italiana, me ne faccio vanto e ringrazio di essere nato nel Paese più bello del mondo con la lingua più musicale, non sono certo fra coloro che si sentono difensori dell’Italia scrivendo ”I like Italy”. Per avere un ruolo nel mondo attuale abbiamo bisogno di azioni più stringenti e comuni del continente europeo, altrimenti Asia e America ci sotterreranno. Riguardo il calcio e la Serie A, nell’Angolino ho sempre tentato di mostrare come esso sia una rappresentazione della nostra società. Mi ha fatto piacere incontrare, durante una cena in trattoria a Roma, due importanti giornalisti reduci dalla presentazione di un libro che tratta il medesimo argomento.
Ora il campionato di Serie A è finito. La maggior parte degli incontri delle ultime giornate sono allenamenti fatti senza impegno. Bisogna pensare, come in molti altri sport, ai playoff ed ai playout, con ciò eliminando sospetti di biscotto. Prima di riassumere in quattro righe ciò che è accaduto nella giornata, o meglio non è accaduto, mi pare giusto giudicare il comportamento delle squadre che vanno per la maggiore dando loro un voto da 1 a 10 su campionato e oltre.



Juventus: 6. La squadra, con l’acquisto di Ronaldo, è stata impostata per fare Il triplete. Ha ottenuto l’ottavo scudetto consecutivo ma è stata esclusa a calci dalla Dea in coppa Italia e sbeffeggiata dall’Ajax in Champions. I gobbi non possono essere felici; oltretutto CR7 non ha vinto la classifica cannonieri. Sufficienza stiracchiata per aver sprecato l’enorme potenziale.
Napoli: 6-. Con quanto resogli disponibile, Ancelotti avrebbe dovuto migliorare l’andata precedente. Invece, tentando di giocare in modo diverso, l’allenatore ha ottenuto solo un’involuzione e, in alcune partite, i giocatori non sono riusciti a trovare il bandolo della matassa. Mai in lotta per nulla.
Milan:6. Però 7 a Gattuso. Gli hanno assegnato un’accozzaglia di giocatori mal messa assieme e con poche individualità degne di apparire sulle figurine Panini della serie A. Nonostante tutto ha lottato fino all’ultimo per ottenere posizioni insperate. Fossi nei casciavit mi terrei stretto Ringhio.
Roma:5. La Maggica, purtroppo, è partita con con l’handicap di un allenatore non ancora maturo per gestire una squadra titolata. Ha sostituito vecchie volpi del centrocampo con giovani di belle speranze. Molti calciatori non hanno reso come dovuto e solo nel finale, con l’avvento di quel marpione di Ranieri, ha dato segni di esistere. Però una Roma fuori dalla Champions non se l’aspettava nessuno.
Atalanta:9. E’stata la vera sorpresa del campionato. Ogni domenica ci si aspettava la caduta e invece, col passare delle giornate, i Pota hanno mostrato di valere l’Europa dei grandi. Il merito di Gasperini è quello di saper sempre amalgamare giovani con ex speranze in crisi, dare loro fiducia, autostima e coesione: tutti per uno, uno per tutti. Via dalla Dea mostrano sempre grandi limiti, sia i giocatori che l’allenatore, uomo per squadre di centro classifica.



Adesso facciamoci la Beneamata e Spalletti. Non meritano più di 5-: a metà partita contro l’Empoli erano fuori dalla Champions. Poi rete di Keita e rientro in Champions, rigore fallito da Icardi, pareggio dei toscani e buonanotte Coppa. Poi ci ha pensato, per evitare l’infarto ai cuori nerazzurri, Nainggolan. A fatica l’Inter è riuscita ad ottenere il medesimo risultato dell’anno precedente con una rosa obiettivamente più forte: il popolo bauscia chiede giustificazioni a Spalletti che, nonostante l’eloquio spesso prolisso e incomprensibile, non ne ha. Ha accettato che la società creasse un casino sproporzionato sul miglior giocatore posseduto: Maurito. Ha insistito su Perisic morto dopo il grande campionato del mondo fatto con la sua nazionale, non ha capito che è sempre meglio l’asino vivo che il professore morto. Suo merito solo la vittoria nei due derby. Non è servita a nulla. Arriverà Conte? Ce ne faremo una ragione. Non è che stiamo juventinizzando troppo società e squadra? Ricordando il passato anche recente, ci sono da fare mille scongiuri. Per il resto l’unico risultato a sorpresa è stata la sconfitta della Juve: penso non interessi a nessuno. Un altro campionato è morto, viva il campionato di Serie A! Ad agosto riprende la sofferenza.

Leggi anche

DIRETTA/ Padova Lumezzane (risultato 1-0) video streaming tv: Iori, occasione! (Serie C, 14 dicembre 2024)