Mentre a Riyad si aspetta l’atto finale, a stadio con un numero di spettatori pari al periodo Covid, della Supercoppa nazionale che, fortunatamente, sarà Napoli – Inter come giusto, si è svolta la 21ª giornata del campionato di Serie A. Naturalmente è rimasta assente la squadra dei bauscia e ciò fa apparire strana la competizione, è l’unico complesso che non è mai mancato nella massima serie.
Mi permetto alcune riflessioni sul calcio. I sauditi stanno investendo moltissimo per lanciarlo nelle loro aree ma, seguendo la via dell’investimento sui calciatori e non sui bambini, si arriverà al risultato ottenuto dagli americani e dai cinesi: il nulla. Il calcio è uno sport che tutti i bambini possono praticare, non prevede investimenti obbligatori, abbisogna solo del pallone anche creato con i mezzi più strani. Per questo ha avuto grande seguito nei paesi poveri, Europa post prima guerra mondiale, America del centro sud e ora Africa. Non c’è bisogno di racchette, bastoni o altri attrezzi, solo spazi, punti ritrovo, che siano oratori, strade, cortili, luoghi gestiti da missionari o altro non cambia. È importante per far divenire il calcio popolare che si parta favorendo il popolo dei bambini a praticarlo. Non può essere imposto dall’alto, solo giocandolo si può appassionarsi a vedere anche gare giocate da altri apprezzandone le capacità.
In campionato abbiamo avuto una conferma: la Maggica con Lukaku e Dybala può vincere contro tutte, se manca uno dei due può perdere con tutte. Non era una partita eccessivamente probante quella col Verona ma con i due in campo i giocatori giallorossi hanno più di due soluzioni perché gli avversari sono costretti a raddoppiare le marcature su Rom e la Joya lasciando liberi altri romanisti. Non ho capito la chiusura del rapporto con Mou. Questi, forse, non è più, forse non lo è mai stato, un grande allenatore ma è un motivatore insuperabile e, specialmente, un’icona del calcio che rende la squadra che allena credibile per tutti i calciatori e appetibile per i tornei all’estero. La proprietà si è paraculata chiamando quello che era capitan futuro e, finora, lo è rimasto. Il futuro testimonierà se gli americani continueranno ad investire sulla squadra o se tireranno un po’ i remi in barca fino a quando si definirà se sarà possibile fare investimenti immobiliari legati allo stadio.
Solito gruppo di cretirazzisti a Udine che hanno indispettito Maignan il quale, giustamente, non ha accettato la situazione e ha deciso di abbandonare la gara. Finalmente uno che ha avuto la forza di non accettare supinamente stupidi e illogici insulti. Poi la partita è continuata con la minaccia che alla prima ripresa degli insulti la gara sarebbe stata considerata finita. I casciavit hanno impostato la partita con grandi attacchi sulla fascia sinistra che, con il ritorno di Hernandez nel suo ruolo naturale, è parsa incontenibile. Nell’Udinese ottime iniziative di Samardzic che, se non avesse il padre procuratore esoso, sarebbe da grande squadra. Con l’invenzione di Adli quale centrocampista avanzato, i rossoneri hanno liberato spazi per incursioni che, nella circostanza, sono state ottimamente sfruttate da Loftus Cheek. Il match è finito con una vittoria rossonera che fa veramente torto ai friulani, che erano passati anche in vantaggio. Il diavolo rientra in pista per lo scudetto e, oltretutto, ha trovato le reti dei due attaccanti di riserva, Jovic e Okafor, mostrando di avere una buona panchina e una fortuna sufficiente per ottenere qualsiasi risultato.
La Gobba a Lecce ha trovato un’ottima sparring-partner che, fatta salva qualche azione di attacco per giustificare la presenza, ha corso, messa tutta la fisicità possibile ma, a lungo andare, si è scansata. Ora i bianconeri sono passati in testa al campionato invertendo la posizione con l’Inter e assumendo nella visione di Allegri la posizione dei ladri inseguiti dalle guardie nerazzurre, prendiamone atto. Una risposta più precisa sulle gerarchie l’avremo dopo il derby d’Italia del 4 febbraio prossimo, chi lo vincerà avrà il vantaggio, principalmente psicologico, dello scudetto ottenibile anche arrivando a pari punti. La Juve, nell’ultimo mese, è molto migliorata, Vlahovic ha ripreso a segnare, la difesa è compatta e il centrocampo è inferiore solo a quello interista. Non giocando coppe europee avrà sempre la settimana libera per preparare gli incontri e questo la rende più favorita della Beneamata per la vittoria finale.
Ora lasciamo spazio alla finale di Riyad che definirà quale è oggi la squadra più forte fra la vincitrice dello scudetto e l’assegnataria della Coppa Italia; l’unica motivazione per impegnarsi a vincerla è economica, chi vincerà incasserà una decina di milioni, mi pare una motivazione buona per staccare il biglietto del primo premio collegato a questa lotteria.