SERIE A, 26^ GIORNATA
26a giornata di Serie A. L’Inter è una delle poche squadre di serie a dove Quagliarella non ha mai giocato. Bene, sarebbe bastato avere in rosa uno come lui, un mediocre che però tira in porta, per far sì che la Beneamata vincesse sia con il Milan che col Liverpool. Invece neanche col Sassuolo è riuscita a far partita. Dopo otto minuti, al terzo rischio, Raspadori ha battuto Handanovic. I bauscia parevano non avere la minima idea su come giocare. Barella, teorico sostituto di Brozovic, non capiva come muoversi e i tre centrocampisti nerazzurri erano surclassati dai due dei neroverdi. Cose da incubo. Ha segnato anche Scamacca, la Beneamata non è scesa in campo. Pare il tipico campionato di Serie A delle squadre di Inzaghi, a febbraio si chiude. Così succedeva anche nei primi due campionati con Helenio Herrera. La squadra è apparsa stanca, involuta e senza idee. La fortuna dei milanesi è che anche Milan e Juve arrancano e che il Cagliari, avendo bisogno di punti, non mollerà facilmente con il Napoli.
E’ mancata la grinta, fame di vittoria, ogni volta che perdeva palla in uscita i piastrellisti hanno avuto praterie per attaccare. Tutto ciò nel primo tempo. Nella ripresa si è presentata, con l’ingresso di Dzeko e Dumfries al posto di Darmian e Gagliardini, un’Inter vogliosa di riprendersi, tutta all’attacco. Ma ormai la frittata era fatta e, quando il Sassuolo cedeva, ci pensava Consigli a parare o gli interisti a buttare via le occasioni. Il Sassuolo quest’anno è stato ecumenico, ha vinto con Juve, Milan e Inter. Giornataccia da dimenticare, se i giocatori ce la faranno. Perdere un punto su Milan e Juve, e forse tre sul Napoli, in una giornata che pareva tutta pro Inter è qualcosa che nemmeno l’amarissimo che fa benissimo ti permette di digerire. E le altre squadre?
Non c’è da meravigliarsi se la Juve non prende slancio. Il mercato di riparazione ha portato: un centrocampista, Zakaria, che non ha nulla di meglio rispetto a un Gagliardini qualunque, e un giovane di belle speranze, Vlahovic, che potrà emergere contro le difese di squadre dal decimo posto in giù, a patto che la squadra giochi come la Fiorentina, tutta per lui. Nella realtà le gobbentruppen non esistono più, possono riemergere in qualche scontro diretto ma, con il centrocampo che si trovano, possono ambire solo al quarto posto. Questo perché l’Atalanta, senza l’infortunato Zapata, vale il 50% della squadra ammirata negli ultimi campionati di Serie A. Pare l’Inter post-triplete,”l’è tutta sbagliata, l’è tutta da rifare” avrebbe detto Gino Bartali.
Chi non si capisce cosa combini è la Maggica. Ha grandi giocatori, un allenatore invidiabile ma rischia di finire l’annata con “sero tituli”. Anche in questa giornata, dopo cinque minuti era già sotto con il Verona che mostrava di avere maggiore qualità. Venti minuti e gli uomini di Tudor avevano già raddoppiato. Nel prosieguo, per almeno settanta minuti, meglio il Veron; poi su calcio d’angolo la palla respinta fuori area è arrivata a tale Volpato, entrato da pochi secondi, che l ‘ha “stangata” in rete. Hellas in difficoltà. Ha cominciato ad avere la sindrome Milan, a San Siro vinceva due a zero ed è uscita sconfitta. Il Verona è così, non sa gestire le partite, sa solo correre fino a scoppiare. Col passare del tempo la Roma ha preso campo e un altro ragazzino ,Bove, ha “seccato” Montipò. Dove non sono arrivati i “grandi” sono arrivati i “bimbi”. Pareggio giusto.
Tutti pronti con il pallottoliere per lo scontro testa-coda fra casciavit e Salernitana. Infatti sono bastati cinque minuti al Milan per entrare nella fortezza, per modo di dire, campana. Non si è capito il metodo di gioco voluto da Nicola. Ha imposto alla squadra di rimanere alta, non ha capito che disponendosi così lasciava grandi spazi al centro per i rossoneri. Così è stato, in particolare all’inizio. Poi i rossoneri hanno giochicchiato pensando di fare il gatto col topo. E’ bastata un’uscita ad minchiam di Maignan per permettere a Bonazzoli una splendida acrobazia che è valsa il momentaneo pareggio. Da quel momento i salernitani, così si dice, trascinati dall’antico Ribery, si sono galvanizzati. Hanno cominciato a giocare come deve una squadra quando ne incontra una più forte: correre, marcare a uomo, inseguire l’avversario anche nell’intervallo. I rossoneri non se l’aspettavano e sono andati sotto, Rebic ha pareggiato per una papera di Sepe e tutta la squadra milanese al termine ha ringraziato il dio del calcio per il punticino colto. Praticamente è stato un risalire in disordine la strada discesa con tracotante baldanza.
Chi non accenna più a risalire la classifica è l’Atalanta. Dopo il pareggio della Juve aveva l’occasione del match ball. Ha perso a Firenze confermando ancor più che senza Zapata la Dea diviene una squadra qualunque che i bianconeri si mangeranno. Praticamente è chiaro che in Champions andranno Napoli, Inter, Milan e Juve magari arrivando in questo ordine. Ora sediamoci e aspettiamo il risultato del Napoli, giocherà nel post-post partite, strano calendario. Per i partenopei sarà l’occasione della stagione, portarsi in testa alla classifica di Serie A e, mal che vada, a un punto dall’Inter se questa dovesse vincere la partita che deve recuperare.
Nel frattempo dobbiamo prendere nota che il mondo politico afferma che il Covid è quasi sparito, per cui “tana, fuori tutti” e che la sopravvivenza nostra dipende dalle decisioni di Paesi terzi che, a loro discrezione, decideranno se meritiamo di avere o non avere energia, e a quale prezzo, perché noi abbiamo pensato che avremmo potuto essere autosufficienti con qualche pala eolica e alcuni pannelli fotovoltaici.