SERIE A, 25^ GIORNATA
“Me paren s’ciupa’ “è stato il pensiero dei tifosi bauscia che assistevano alla prestazione della squadra a Napoli. La giornata di Serie A è solo la 25^. Contro un team che sicuramente continuerà a lottare fino al termine per lo scudetto ,che non ha impegni importanti in Europa o Coppe Italia da smazzare, i nerazzurri nel primo tempo hanno mostrato i loro attuali limiti ,i medesimi dell’ultimo quarto di derby. Gli attaccanti si muovono poco, i centrocampisti non fanno da stantuffo e non aiutano nell’area avversaria. L’attacco dell’Inter manca di uno stoccatore, una reale prima punta: Lautaro non lo è e Dzeko non lo è più, è divenuto un regista d’attacco. In panchina c’è solo Caicedo che può giocare in avanti ma ricordiamoci che a Genova faceva la riserva. Torna alla mente la Lazio di Inzaghi nel 2020: fortissima fino a febbraio poi miseramente scomparsa. A inizio ripresa Dzeko ha cercato di smentire tutti pareggiando il rigore di Insigne ma, diceva Confucio, una rondine non fa primavera. Finisce 1-1 per la contentezza delle rivali. Va sottolineato che nella ripresa l’Inter ha ritrovato fiducia e il punticino che cercava; il Napoli ha dato tutto ma, alla fine, non ne aveva più. Bella partita, è valsa il biglietto.
Lungo e preciso lancio di Maignan, dribbling in curva di Leao, tiro e rete. Sono bastati sette minuti ai casciavit per mettere sotto la Samp e portarsi in testa alla classifica di Serie A. Bello il lancio del portiere, alla Suarez dei tempi di Herrera, e la conclusione precisa di Leao. Costui pare di sia abituato al nostro campionato e mostra di essere in un momento di grande grazia. Il resto
dell’incontro non è stato fra i migliori da vedere: i rossoneri propensi più a controllare il gioco che ad attaccare, i blucerchiati più velleitari che capaci di impostare azioni pericolose. Lemme lemme, la partita è andata a morire fra un moltiplicarsi di errori e l’impressione che se i diavoli avessero voluto sarebbero arrivate altre reti. Non è arrivato il raddoppio ma, con una gara giocata in più, il Milan ha superato l’Inter in classifica.
La Maggica è partita, contro il Sassuolo, con un centrocampo d’attacco, nessuno che sapesse fare interdizione davanti alla difesa. Ciò ha favorito gli emiliani che, in diverse occasioni, si sono resi pericolosi. Il possesso palla è stato tutto a vantaggio dei neroverdi, senza centrocampisti votati alla difesa risulta difficile togliere palla agli avversari. Così si è proseguiti per tutto il primo tempo. Poche le occasioni in cui la Roma è riuscita a portare il gioco nella metà campo dei piastrellisti. Costoro nn sono degli scappati da casa; in settimana a Torino, in Coppa Italia, la Juve li ha battuti per pura fortuna dopo avere per lunghi periodi subito lezione di calcio. Ma, durante uno dei pochi attacchi, i giallorossi hanno trovato un bel rigore per coglioneria difensiva degli avversari. Abraham ha fatto secco Consigli. Iniziata la ripresa, Rui Patricio si è dimostrato un enorme pesce regalando il pareggio agli avversari. Poi la partita è continuata con alterni attacchi. Mourinho ha cominciato a far scaldare Veretout, aveva bisogno di un centrocampista difensivo. Non ha fatto in tempo però a farlo entrare che il Sassuolo lo ha punito: 2-1. I capitolini le hanno provate tutte ma i sassolesi, rimasti in dieci per l’espulsione di Ferrari, hanno piazzato il bus sulla linea di porta e solo su calcio d’angolo, nel recupero, hanno subito il giusto pareggio.
Atalanta-Juve, chiusura della domenica di Serie A. La Dea ha puntato su gioco e possesso palla, la gobba sulla rapidità delle ripartenze e pericolosità dei tre attaccanti. Troppo lenti i nerazzurri, la mancanza di Zapata che tiene la palla per far avanzare i compagni si è sentita. Nella Juve ha giocato Locatelli e non il suo doppione appena comperato, Zakaria. All’inizio i bergamaschi sono apparsi contratti, molto più sciolti i torinesi. Alla mezz’ora Muriel ha avuto un’occasione enorme, a porta vuota ha sparato un tiro molto fiacco permettendo a Bonucci di recuperare. La gara è stata bella, i giocatori correvano ,nessuno si accontentava del pari.
Nel finale di primo tempo i nerazzurri hanno preso il sopravvento a centrocampo e create due macroscopiche azioni da rete con salvataggi di De Ligt. Vlahovic ha fatto poco, Morata e Dybala non pervenuti.
Ad inizio ripresa la Dea è parsa decisa e Muriel ha scaldato i guantoni a Szczesny. Si è svegliato Dybala e ha creato un paio di occasioni degne di menzione con i bergamaschi che sono parsi in difficoltà fisica. Gasparini ha tolto Muriel per cui ha proseguito senza attaccanti puri. Quando si cominciava a pensare che l’incontro sarebbe finito a reti inviolate, Malinovskyi ha sparato una lecca imparabile che ha bucato la rete juventina. Gobbentruppen all’assalto e quando tutto pareva perso una botta di testa di Danilo ha pareggiato i conti. Forse è giusto così, ma sicuramente il risultato giova più all’Atalanta che mira al quarto posto, poco ai bianconeri per il discorso scudetto.
Difficile comprendere la Lazio. Ha giocato in Coppetta contro il Milan una gara vergognosa, rientrata in campionato ha riservato al Bologna una pettinata terribile come nella giornata precedente aveva fatto con la Viola. Naturalmente, nonostante la capienza ridotta, gli spettatori presenti si ammucchiano nelle zone centrali delle tribune senza rispetto delle distanze e senza mascherine. Perché?C’èp aura che sparisca il malefico virus? C’è nostalgia dei talk show televisivi dei virologi? Parrebbe manchi poco a toglierci quel tremendo peso che da due anni ci provoca paura e dolore. Facciamo ancora qualche piccolo sacrificio ricordando che allo stadio si può stare senza mascherina solo rispettando le distanze! Dobbiamo uccidere il mostro “whatever it takes”.