SERIE A, 22^ GIORNATA

Terza di ritorno in Serie A preceduta da una terribile stoccata tirata dai bauscia ai gobbi in occasione della Supercoppa nazionale.
Per il popolo juventino il colpo è stato terribile. Gli uomini di Allegri hanno spostato con pochi secondi di anticipo l’autobus dalla linea di porta, questo ha permesso a Sanchez di punirli. Avevano studiato tutto nei dettagli sperando di arrivare al colpo di fortuna durante la roulette dei rigori e invece, giustamente, un dio minore, quello del calcio, li ha puniti. In più applicando la pena del contrappasso. Così come per un goffo tentativo di Gresko di retropassaggio, il famoso 5 maggio, l’inter ha buttato un campionato a favore della Juve, così analogo tentativo di Alex Sandro ha permesso all’Inter di mettere in bacheca una prestigiosa coppa.



I bianconeri hanno accusato il colpo tanto che a Udine hanno vinto ma solo dopo 80 minuti, e parecchi rischi, hanno potuto mettere in frigo il risultato. La differenza fra le due squadre si è evidenziata solo per la presenza in campo di Dybala, oggi unico campione fra i torinesi. Ai friulani, che a lungo hanno pressato in avanti la Juve, manca un finalizzatore. Quelle che erano le gobbentruppen, da assaltatori si sono trasformate in fanteria leggera.



Nell’area sinistra della classifica si è distinta la Lazio che ha surclassato la retrocedenda Salernitana. È evidente che le sette/otto sorelle maggiori di Serie A corrono per dividersi scudetto e posti in Europa e le altre per giocare un buon campionato con attenzione ad evitare il vortice che le porterebbe a fondo. In attesa di Milan, Napoli e Fiore: tina che vengono chiamate a giocare il giorno che permette ai barbieri di godersi le partite, è scesa in campo la Maggica per rimanere aggrappata al gruppo di testa. Mou mette subito in campo il nuovo arrivato Sérgio Oliveira che lo ripaga trasformando, alla mezz’ora, un rigore causato dal cagliaritano Dalbert. La Roma gioca meglio rispetto alle ultime partite ma manca nella capacità di scambi rapidi quando si avvicina all’area isolana. Con l’innesto di Oliveira i giallorossi hanno aggiunto esperienza a centrocampo e personalità, ci fosse stato contro la Juve la Maggica non avrebbe perso. Dopo il vantaggio i capitolini hanno cercato costantemente il raddoppio ma sempre con errori nelle fasi conclusive; attaccare li ha portati a subire qualche rischio. Si sa che Mazzarri è specialista nel far giocare le sue squadre corte e chiuse sperando in qualche contropiede. Alla fine comunque Mourinho ha fatto giornata .



A sera ecco in campo, per il derby lombardo di Serie A, gli squadroni nerazzurri: la Dea affronta i campioni d’Italia. Nel girone d’andata l’Atalanta è riuscita a portare a casa un punto per la dabbenaggine di Dimarco che ha sparato sulla traversa un calcio di rigore negli ultimi minuti. Nella Beneamata gioca Sanchez, il giustiziere di Coppa, e va in panca Lautaro. Nei bergheimer in campo il piccolo Ronaldo vero, Muriel che sostituisce Zapata. Inter costantemente in avanti, Atalanta che marca a uomo. I nerazzurri milanesi creano da dominanti almeno 4 nitide occasioni da rete con Sanchez, Dzeko, D’Ambrosio e Vidal. Due paratone di Musso, un tiro alto di D’Ambrosio e Dzeko che da pochi metri mette fuori di testa uno splendido servizio di Dumfries.

Nella ripresa Vidal, Dumfries e Correa erano entrati al posto di Calha, Darmian e Sanchez un poco in ombra. Come sempre succede, nell’unica occasione in cui i bergamaschi si avvicinano alla rete interista, solo un grande intervento di Handa impedisce a Muriel di portare la Dea in vantaggio. Dentro anche Lautaro al posto di Dzeko; il fortino dell’Atalanta pare dover crollare da un momento all’altro. Niente da fare per gli interisti, tutto rimane come si è partiti: 0-0. Comunque l’Inter ha mostrato di essere di gran lunga la più forte anche se ora, in attesa del recupero col Bologna, il Milan potrebbe passarle davanti. Però se i bauscia sapranno tenere questi ritmi di gioco non esiste casciavit che, a lungo andare, possa tenerla.