Seconda di ritorno in Serie A, A.D.2020. Onore alla Dea! Smaltite le fatiche dell’epico scontro con i bauscia, ha ripreso l’andazzo di dicembre riservando al Toro un trattamento peggiore di quello, poco tempo fa, riservato a coloro che, avendo vinto tre partite consecutive, si ritengono pronti a sbarcare in Champions: i casciavit. Sette a zero allo stadio Grande Torino! Al gioco spumeggiante dell’Atalanta guidata dal sommo Ilicic, i granata non hanno opposto niente. L’assenza di Rincon ha annientato la diga del centrocampo torinista lasciando la difesa in balia dei bergheimer. Errori su errori in tutte le zone del campo. Mai vista un’indecenza simile da parte del Torino, peggio dell’Inter di Tardelli! Molto meglio in campo il Brescia di Corini, campione di sfiga. Contro il Milan ha buttato al vento una possibile vittoria fallendo almeno tre occasioni da rete enormi. I rossoneri si sono ben difesi e, appoggiandosi a Ibra, hanno dato vita a sporadici contropiedi. Al termine di uno di questi, Rebic – novello goleador milanista – dopo diversi rimpalli, ha calciato verso rete e il pallone, colpito un difensore bresciano sulle parti nobili, è sfuggito fra le gambe dello stesso infilandosi in rete. Questo è il sunto dello scontro sul terreno delle rondinelle. Torregrossa, attaccante bresciano si dispererà per le occasioni mancate, Donnarumma festeggerà per le parate fatte. Inter noiosamente lenta.



La peggiore dell’annata a San Siro in Serie A. Lukaku ha toccato non più di dieci palloni. Ha fatto una sola azione degna di nota, però senza centrare la porta avversaria. Partita da zero a zero se non ci fosse stata la rapacità di Lautaro e un tiretto di Nainggolan che, deviato, ha sorpreso Handa. Se continua così la Beneamata dovrà lottare e molto per rimanere nelle prime quattro. Lukaku assente, Barella dannoso, Biraghi inutile e anche il nuovo acquisto Young da rivedere. I nerazzurri debbono migliorare la rapidità di gioco, peggiorare sarebbe difficile. Paiono i 5 stelle: caduta libera. Per ora il Di Maio nerazzurro, Conte, mantiene la leadership. Un pensiero: quando giocano le prime in classifica, non si possono mandare arbitri in prova. Non hanno il coraggio di comportarsi in modo imparziale per paura di essere accusati di favorire le grandi. Sicuri che non ci fosse un rigore su Young? Che Lautaro andasse espulso? Che il Ninja, che ha contestato le decisioni arbitrali per tutto l’incontro, non fosse da ammonire?



Bella partita il derby capitolino. Entrambe le squadre volevano vincere. Ne è uscito un pareggio che fa contenta l’Inter. La Maggica meritava qualcosa di più ma, se non sfrutti le occasioni e fai harakiri prendendo una rete rocambolesca, sei causa del tuo male. La Lazio, in definitiva, non ha rubato nulla: ha solo un lato B più sviluppato del normale, la partita l’ha buttata la Roma. Spettacolari i portieri, era meglio mettere i citofoni! Non sarebbero entrate reti, al limite sarebbe arrivato Salvini a rompere gli zebedei.

Sarri è partito a Napoli facendo il ganassa: tre punte fisse. Higuain, Cr7 e Dybala a vedere la partita e gli altri a tirare la carretta. Il Napoli della scorsa Serie A avrebbe sotterrato i gobbi. Ma quest’anno non è quello buono per gli azzurri. Partita molto tattica a velocità straridotta. A metà ripresa, dopo un lungo periodo di attacchi velleitari da parte di entrambe le contendenti, parte una lecca terribile di Insigne, il portiere con il cognome tipo codice fiscale respinge, tap in di Zielinski e vantaggio ai partenopei. Pochi minuti dopo ci sarebbe stato un tocco di mano in area di Cuadrado ma, si sa, certi rigore contro la Juve non si danno. I bianconeri si sono buttati in avanti, Sarri ha rivisto lo schieramento – fuori Dybala e Matuidi, dentro Douglas Costa e Bernardeschi. E’ divenuta una squadra meno presuntuosa, meglio organizzata, ma non era sera. I vesuviani hanno raddoppiato e poi lasciato a Ronaldo solo la soddisfazione di timbrare il cartellino domenicale. Per le prime quattro in classifica è stata una giornata a ciapa’ no.