Sarà che l’arbitro e il Varista, a Genova, siano stati mal indirizzati dagli dei del calcio, sarà che Milinkovic sia un portiere da serie C ma, se dopo un quarto d’ora, sei in vantaggio per due reti su un Bologna incompleto, cari amici bauscia, non puoi farti raggiungere e buttare la testa della classifica. È vero, i casciavit hanno indegnamente fregato la partita ai poveri genoani che meritavano almeno il pareggio, contro il Torino si è vista la miglior gobba di questo campionato ma, la Beneamata si è fatta male da se stessa e chi è causa del suo mal con quel che segue. Non si possono buttare al vento cinque punti a San Siro contro due squadre, casualmente emiliane tanto da far pensare che l’Inter soffra di emiliafobia, da metà classifica e, in entrambi i casi, i milanesi erano passati in vantaggio nei primi minuti. Certo che se Lautaro provoca un rigore inutile, un buon giocatore rossoblu infinocchia tre difensori milanesi in un sol colpo, c’è qualcosa da rivedere sulla capacità di concentrazione di questa squadra. Inzaghi poi merita un discorso a parte. Non riesce a capire che dopo una partita di Champions va fatto tournover. Il centrocampo è stato surclassato dai bolognesi, Barella in particolare ha girato a vuoto per tutto l’incontro. Sta di fatto che dopo mezza giornata di questo ottavo turno di serie a i diavoli si sentono già addosso la seconda stella e, visto l’enorme fondoschiena che li sostiene, può essere possibile, la Juve, che alla fine vincerà, è pronta ad accendere la freccia del sorpasso.
Vediamo la seconda mezza giornata. C’era da vedere il funzionamento, a pieno regime, della coppia Dybala-Lukaku. Non era certo il Cagliari, già da considerare in serie B, un test probante. Però nella mezz’ora che sono rimasti in campo assieme è stato vero spettacolo. Peccato che la Joya, sempre più somigliante a Recoba, si sia ancora infortunato. Per fortuna della Maggica, Mou ha cambiato l’olio a Belotti che ha ripreso a segnare. Credo che la Roma, ex squadra di Ranieri, ne abbia definito il destino, in pensione definitivamente. Si sono affrontate anche Lazio e Atalanta, entrambe pretendenti ad entrare nelle quattro che andranno in Champions. Gli aquilotti sono partiti lanciati, tipo Inter col Bologna, e sono subito passati avanti di due reti. Ma, come al Meazza, l’avversaria ha ricuperato il doppio svantaggio. Solo una zampata di Vecino nel finale ha distrutto quello che pareva un accordo definitivo fra le parti e consegnati tre punti ai biancocelesti.
Non è annata per il Napoli. Contro la Fiorentina ha visto i sorci viola. Subito in vantaggio i toscani hanno saputo impostare una maginot a centrocampo con al centro due duri come Duncan e Arthur e Bonaventura a bloccare Zielinski. Stoppati al centro i campani hanno tentato di usare le fasce ma il presidio viola con Parisi e Kayode non ha dato grandi opportunità agli esterni napoletani. Oshimen rimaneva isolato con due avversari addosso. Così per tutta la prima frazione finita con una cavolata enorme della difesa viola che ha regalato un rigore veramente da polli al Napoli per un immeritato pareggio.Si riparte con i ciucci che si buttano all’attacco ma senza la giusta rapidità e permettono alla Fiorentina importanti ripartenze. Una di queste ripartenze, condotta da Duncan, approda al fettone di Bonaventura che riporta in vantaggio i gigliati. Nonostante il continuo possesso
e giro palla attorno all’area viola, non si è mai avuta l’impressione che i vesuviani potessero infilare Terracciano. Difficile capire perché Garcia, pur perdendo, tolga Oshimen. Peggio di Inzaghi che, sul pareggio col Bologna, ha tolto Thuram. Tutti avanti ha significato spazi enormi per la Fiorentina che, grazie anche ad una furbata di Nico Gonzalez, ha dato il colpo definitivo ai campioni d’Italia. Ora tutto fermo per vedere la Nazionale, speriamo vincente. Alla ripresa l’Inter sarà chiamata a vincere contro il Toro per guardarsi tranquillamente l’armata rossonera e le gobbentruppen rubarsi punti l’un l’altra.