Prima dell’analisi della ventinovesima giornata di Serie A, un chiarimento: Casciavit e Gobbi nuotano nel pantano delle retrovie, lottando per divenire la squadra damigella che porta lo scudetto della seconda stella ai bauscia. Sembrano le sorellastre di Cenerentola, piene di invidia per la bellezza nerazzurra che loro consideravano incapace di strapazzarli come invece sta avvenendo. Ora, godono per interposta squadra, l’Atletico Madrid, che quest’anno loro non possono incontrare nemmeno in amichevole. È successo, nel calcio non sempre vince la più forte. Può capitare che Pavard commetta un errore oratoriano o che Thuram e Lautaro cannino tiri in modo disdicevole; se tutto accade nel medesimo incontro, è possibile che lo si perda. Questo è successo all’Inter in Champions. Nessun problema, la Beneamata ha messo in cascina un vantaggio così largo sulle rivali da potersi permettere di rilassarsi per poi fare uno scattino finale per lo scudetto.



È quello che ha detto la giornata odierna. La Juve non funziona più, lo dimostra lo stiracchiato pareggio odierno con il Genoa. I genoani hanno mostrato, per larga parte dell’incontro, un gioco migliore e, nell’ultima parte, si sono limitati a contenere i velleitari attacchi bianconeri; meglio porre attenzione alle inseguitrici e puntare tutto sulla Coppa Italia.



Il Milan, niente di eccezionale nel gioco, ha disponibili alcune individualità invidiabili. Una di queste è Hernandez che, infatti, allo scoccare della fine del primo tempo, è riuscito, con una azione tutta foga e rimpalli, a portare i rossoneri in vantaggio sul Verona che, fino a quel momento pareggiando, non stava rubando alcunché. Il diavolo ha fatto grande possesso palla che, però, fino al tramonto della prima parte, l’aveva portato solo a colpire una clamorosa traversa. Poi ci ha pensato il Verona a “semi” suicidarsi. Però, andata sotto di due reti, l’Hellas si è svegliata, ha preso campo, dimezzato lo svantaggio e creato grattacapi solenni ai milanisti; dopo alcuni momenti di tremarella, gli uomini di Pioli hanno ripreso in mano la partita e trovato un bel gol della “domenica”: 1-3. Così il Milan ha potuto sfottere, ricordandosi della “fatal Verona“, i tifosi scaligeri. Ora ha tre punti di vantaggio sulla Juve, per cui si sta assicurando il ruolo di prima squadra damigella. I milanisti staranno già tramando con le tabelline: se noi vinciamo a Firenze e loro perdono in casa con l’Empoli



Stupisce positivamente il Bologna. Contro l’Empoli ha vinto all’ultimo respiro ma, al di là del gioco, si sono visti uomini con occhi di tigre che volevano assolutamente vincere. È avvenuto, come giusto, e spero sia la continuazione di questa clamorosa cavalcata verso la Champions.

Per essa tenta di rimanere in pista anche la Maggica. In questa giornata si è trovata come controparte il Sassuolo che lotta per non retrocedere. Come avere un gattino attaccato ai santissimi. In più, assente Dybala, nessuno verticalizzava per Lukaku. Non è uno squadrone la Roma ma nelle prime cinque può arrivare. Inoltre, in Europa League le toccherà il Milan, se sarà al completo “se po’ fa”. Col Sassuolo, ad inizio ripresa, i giallorossi sono riusciti a passare più di forza, con Pellegrini, che di gioco. Se vogliono emergere, i capitolini debbono incrementare la velocità nel far correre la palla, Paredes deve svegliarsi. Mi sa che la storia del Sassuolo in Serie A, anche per sfiga, sia al lumicino.

Lo abbiamo detto all’inizio, l’Inter ha bisogno di rilassarsi. Si era già visto contro Genoa e Bologna. In quelle occasioni, il minimo vantaggio era stato sufficiente; col Napoli, no. Dopo un primo tempo quasi da solita Inter, i nerazzurri che, nonostante le diverse occasioni per andare in vantaggio, sono andati negli spogliatoi solo sull’1-0, si sono rintanati pensando che il Napoli non sarebbe riuscito a reagire e per una dose eccessiva di superficialità. Ciò ha portato a diversi errori, specie nei disimpegni. Su uno di questi è scaturito un calcio d’angolo che ha permesso a Juan Jesus di pareggiare i conti. Non è un grande problema, la squadra ha bisogno di riposo e di riprendere concentrazione. Saprà ritornare ad essere lo squadrone di un mese fa? È la scommessa cui ci invita il campionato.