In Serie A, se non avverranno svolte clamorose, la Juve, come successo al Milan due anni fa, a sua insaputa vincerà lo scudetto. I Gobbi, seppur con qualche patema d’animo, il gollonzo più dell’avversario lo piazzano. Hanno una forza fisica notevole e sulle palle da fermo sono pericolosissimi. Segnano i difensori e sono capaci di rimanere sempre concentrati e sul pezzo, dotati di notevole posteriore tanto che se viene indirizzato un pallone buono per il pareggio verso la loro porta, sicuramente va sul palo; chiedete al Cagliari.
Diversa è la situazione dei casciavit. Due anni fa, con una squadra di corridori, hanno ucciso il campionato di Serie A. Ora gli avversari hanno capito che la forza dei diavoli è esclusivamente la corsa. Pertanto, come i leccesi, cercano di difendersi per non prenderle nella prima ora, o comunque limitare i danni, ben sapendo che nell’ultima mezz’ora o Maignan fa miracoli o un paio di reti non si negano ne’ al Napoli, ne’ al Lecce. Poi, se va bene, il Var li salva. Mi sa che dovranno cominciare a sperare nei bianconeri per non far raggiungere all’Inter la seconda stella per i rossoneri non c’è trippa.
Napoli vs Empoli ha mostrato l’involuzione della squadra campana. Oramai possiamo tranquillamente parlare al passato: quelli hanno vinto il tricolore, al presente invece: da quelle maglie lo scudetto sarà scucito. Aver perso con la squadra toscana significa non aver assorbito lo sforzo fisico fatto, con scarsi risultati, in Champions, non avere un gioco che sopperisca alla difficoltà di corsa, che l’assenza di Oshimen riduce del 50% la forza degli azzurri. Garcia sta mostrando di essere un buon allenatore ma non un grande, così come Pioli che, oltretutto, dopo aver vinto, casualmente, uno scudetto in Serie A ha pensato di essere un allenatore da grande squadra.
Niente da imparare dal derby capitolino, un incontro moscio. Nel primo tempo, tolti i primi minuti, meglio la Lazio con incrocio dei pali colpito da Luis Alberto che ha ben gestito i biancazzurri fino all’inizio della ripresa. Appena è calato il regista laziale, la Maggica ha preso il sopravvento ma senza creare evidenti occasioni da rete. Neanche la Lazio ha fatto alcunché per vincere per cui le reti, come giusto, sono rimaste inviolate. Sarri è stato abile a predisporre il taglio delle linee di gioco per non far arrivare palloni a Lukaku e Dybala, Mou, bloccando le fasce, ha evitato che arrivassero palloni da rete a Immobile.
Ben preparata fisicamente la Roma, ha corso fino all’ultimo nonostante abbia giocato giovedì un incontro europeo molto impegnativo. Dopo aver visto la rete con cui Dimarco ha sbloccato la gara col Frosinone, si poteva lasciare lo stadio, il costo del biglietto era recuperato. Cinquantasei metri di parabola per infilare l’ottimo Turati; rete analoga a quella realizzata, molti anni fa, da Recoba ad Empoli. Orgasmo calcistico al Meazza.
I bauscia, si era allo scadere del primo tempo, non avevano fatto grandi cose, qualche buona occasione ma difficoltà a superare la doppia maginot creata dai ciociari. In compenso Sommer non aveva toccato il pallone. Poi, alla ripresa, grande azione di Thuram, doppio dribbling, rigore, trasformato dal Chala. Nonostante il grande impegno del Frosinone la corazzata milanese ha proseguito palleggiando, giocando come il gatto col topo. La Beneamata è tornata prima in classifica, la prossima giornata la vedrà impegnata contro la Juve a Torino, basterà un pareggio.