Seconda di ritorno in Serie A, e già Napoli e Atalanta si sono forse chiamate fuori dalla corsa Champions. La prima abbattuta dallo zio Balla e dal quasi suo coetaneo Pandev; la Dea dalla spensieratezza del gruppo che, in vantaggio di tre reti dopo venti minuti, si è deconcentrato e lasciato raggiungere da un poco più che volitivo Torino. Si vede proprio che il nerazzurro è indice di pazzia, non solo per i bauscia ma anche per i bergamaschi, pota. La panchina di Gattuso è molto traballante, non è riuscito a infondere nella squadra il suo spirito da combattente. Bello lo scontro fra la Maggica e la Gobba. Dopo la batosta subita in campionato contro le truppe bauscia, Pirlo ha capito che Allegri non era un pirla per cui tutto l’incontro si è svolto con la Roma che avanzava con ottimo palleggio e grande calcio, la Juve pronta a chiudersi e ripartire in velocità. L’allenatore bianconero ha intuito che non ci sono più i grandi difensori e, con le difese schierate a zona, se hai calciatori veloci che tagliano il campo, prima che avvenga lo scambio fra difensori controllanti l’attaccante ha già preso i dieci metri di vantaggio che gli permettono di divenire pericoloso. Che non siano nati nuovi grandi difensori lo si vede nella Juve: i migliori sono ancora Bonucci e Chiellini, di nuovo c’è solo Bastoni dell’Inter ,il resto… nisba.
Chi rimane ancorato al modulo fisso in Serie A, se ha grandi giocatori, potrà ottenere successi in Italia ma in Europa non avrà spazio. Vedasi Conte: naturalmente Antonio, non Giuseppi passato oramai nel pre-dimenticatoio. Anche contro la Fiorentina i nerazzurri hanno vinto perché, presi singolarmente, erano nettamente più forti ma quanta fatica. Tutti hanno capito che ogni azione passa da Lukaku, lo curano a uomo impedendogli di girarsi verso la porta avversaria, mirano ad anticiparlo e, se non ce la fanno, commettono fallo stoppando le azioni interiste. A centrocampo va trovata un’alternativa al solito passaggio a Brozovic. Gli avversari fanno sempre retrocedere un attaccante su di lui e finisce che il gioco lo imposta Skriniar, uno dai piedi mattonati. Fortunatamente Barella e Hakimi si stanno mostrando due grandissimi e allora la Beneamata, in Italia, può vincere.
Conte deve smettere di essere integralista: a fianco di Brozovic ci vuole un altro capace di impostare, Sensi o Eriksen. Vidal è – o era – un incursore e deve lottare con Gagliardini per un posto da titolare, niente di più. Nessun problema per il Milan a mantenere la testa della classifica di Serie A: contro il derelitto Crotone, dopo mezz’ora di percussione, non hanno neanche avuto bisogno del solito rigore per passare in vantaggio. Poi hanno giochicchiato, come il gatto col topo, in attesa di qualche rete che nascesse da sola (fatto) e della festa cacciavitesca finale. Il campionato si deciderà con gli scontri diretti fra Juve, Milan e Inter, messi in ordine di possibile risultato finale (tertie, quatertie…). Sarà interessante la lotta per l’ultimo posto utile per la Champions, lotteranno in tante e lo faranno… ”whatever il takes.”