SERIE A, 30^ GIORNATA
Giunti alla 30^ giornata di Serie A, l’Inter completa il proprio harakiri iniziato il giorno del derby di ritorno. Ufficialmente i bauscia sono fuori dalla corsa scudetto e devono svegliarsi se desiderano rimanere nei quattro posti Champions. Quello che fu uno squadrone fino a gennaio si è squagliato come un gelato al sole di luglio. Il gioco non è cambiato, e lo hanno capito tutte le avversarie, ma viene svolto ad una velocità da cavallo bolso. È un campionato strano: lo vincerà non chi ha la squadra o i calciatori singolarmente più forti ma chi correrà di più. Chi ha più giovani può dominare, come se corresse Jacobs contro Berruti. Questi ha più classe ma sicuramente è più lento.
Poi Inzaghi ci sta mettendo del suo, la squadra non cambia mai gioco e le sostituzioni vengono fatte solo fra calciatori che si sovrappongono per ruolo e gioco. L’assenza di Brozovic è importante: avendo prestato Sensi alla Samp non c’è un alter-ego al serbo, Inzaghi non ne vuole prendere atto e, contro la Fiorentina, ha piazzato Chala in quella posizione. Grande idea: il turco ha girato a vuoto ed è mancato più avanti. Anche i cambi sono stati fatti sostituendo figurine dello stesso colore. Mi sarei aspettato l’ingresso di Gagliardini e Sanchez per un passaggio al 3-4-1-2 con il Nino dietro le due punte. Niente, vietato capire le partite e cambiare gioco. Così ciao campionato. La 31^ di Serie A sarà a Torino contro la Juve: buonanotte.
Il Milan fa quello che sa fare: correre ed evidenziare che per vincere il campionato ci vuole anche un notevole lato B. La traversa colpita allo scadere da Pavoletti, in un anno normale, avrebbe sentenziato il pareggio. Ora i casciavit sono i padroni del loro destino, se sapranno sopportare la pressione diverranno campioni d’Italia altrimenti occhio ai gobbi, costoro le vinceranno tutte fino al termine.
Diverso è il discorso sul Napoli. È forte ma, sempre, le squadre di Spalletti cedono nelle ultime giornate. Hanno dato questa impressione contro l’Udinese, ma in questa annata hanno quella furia di Osimhen che potrebbe salvarli dalle crisi del mago di Certaldo. Il problema è che ci divertiamo col calcio cercando di esorcizzare la guerra scatenata dai russi in Ucraina. Oltre a dolore e distruzione questa pazzia imporrà danni economici a noi europei, italiani in primis, difficilmente contenibili. Mancheranno materie prime essenziali per la produzione industriale nel momento in cui il costo dell’energia sta andando alle stelle creando difficoltà esistenziali anche alle famiglie. Con alti costi energetici e di trasporto, fonderie e acciaierie europee non possono/vogliono più produrre. Ciò blocca l’acquisizione, per tutto il manifatturiero, di componenti e semilavorati.
Non è più una questione di prezzi, non ci sono i prodotti derivanti da materiali ferrosi, a nessun prezzo. Nel contempo l’UE continua a mantenere dazi e contingentamenti per l’importazione da fuori Europa di prodotti strategici. Ciò è fondamentale in periodi normali ,ma in periodi di economia di guerra? Si dovrebbero fare riposizionamenti temporanei .Questo però lo decideranno i governanti: solo loro conoscono i dettagli e come operare per non creare insostenibilità sociali, sperem. Siamo sul Titanic, divertiamoci.
Si è divertita la Juve contro la Salernitana per la quale la sentenza di retrocessione è già stata scritta manca solo la data. È tornato a segnare Dybala, il raddoppio del solito Vlahovic. Per i campani era già sufficiente. Concludiamo l’analisi sulla Serie A con un pensiero al derby fra la Maggica e gli Aquilotti. Primo minuto: calcio d’angolo a giro, traversa, Abraham rete. Roma subito in vantaggio: queste sono le gare di Mou, andare in vantaggio, aspettare il pressing avversario e ripartire. Così ha vinto il triplete con l’Inter, così può entrare in Europa. Lo special One ha capito tutto del calcio e come lo si gioca per vincere: chiudersi per non prendere goal ,attaccare gli spazi e, quando possibile, saltare il centrocampo giocando in verticale. Cosi ha reso i giallorossi travolgenti nel derby capitolino di giornata in Serie A. Questo lo hanno capito e copiato vincitori come Conte e Allegri, non i perdenti, anche in questa giornata, quali Sarri. De hoc satis.