Alla 18ª giornata di Serie A si è alzato, a Cagliari, l’urlo vincente del Toro Martinez. Da Cagliari a Olbia tutti i sardi lo hanno sentito e si sono chiesti se Giggirriva fosse risorto. Quella della Beneamata in terra sarda è stata una partita a senso unico: sempre avanti, diversi errori in zona gol, clamoroso uno di Lautaro, rossoblù che non tentavano neanche la ripartenza, Scuffet che parava anche l’imparabile.
Poi la maggiore tecnica e velocità dei bauscia è venuta a galla, e buon per i cagliaritani che i nerazzurri non abbiano forzato. Dopo due mesi è tornato a segnare Lautaro, mentre Bastoni aveva rotto l’incantesimo dello 0-0 infilando la rete avversaria con un colpo di testa studiato al micron. Lautaro e Barella i migliori in campo.
La Dea, stavolta quella bendata, ha reso un grande servizio alla sua omonima. L’Atalanta, a Roma contro la Lazio, ha mostrato di avere il fiato corto. I biancazzurri l’hanno svillaneggiata per tutto il primo tempo, ma quando ormai erano certi dell’importante vittoria, si sono visti raggiungere da un’avversaria asfittica, il cui uomo migliore è stato nettamente il portiere. È proprio l’annata dei bergamaschi, ecco l’importanza di essere soprannominata Dea!
Ho avuto l’impressione che il Napoli sia partito prendendo sottogamba la gara contro il Venezia. Ha cercato di essere arrembante, ma non con la dovuta concretezza. Infatti, dopo aver sbagliato un rigore con Lukaku, ha dovuto aspettare ottanta minuti e un grosso errore della difesa veneta per passare in vantaggio con Raspadori. Lukaku e Kvara sono parsi sulle ginocchia e Meret un paio di interventi eccellenti li ha dovuti fare. Il Venezia, per come l’ho visto contro l’Inter e il Napoli, non meriterebbe l’attuale posizione di candidata alla retrocessione, però ci vorrebbe un poco più di lato B.
I Gobbi, opposti alla Fiorentina, sono partiti come furie, raggiungendo il vantaggio con una discesa di Thuram II. Ottima l’idea di Motta di partire con tre punte per costringere i due laterali d’attacco viola a rimanere bloccati. Preso il vantaggio, i bianconeri si sono un poco seduti, lasciando larghi spazi ai toscani che in poco tempo hanno pareggiato con Kean.
Però Thuram era in vena di imitare il fratello e, ad inizio ripresa, ha riportato in vantaggio la sua squadra. Vedendo l’incontro non si è mai avuta l’impressione che la gara fosse finita; la Juve non sa tenere palla, far girare gli avversari e colpire con rapide ripartenze. Per cui, avendo una difesa che senza Bremer è un colabrodo, ha permesso a Sottil di uccellarla con un gollonzo. Il pareggio, per quello che si è visto in campo, è il risultato corretto. È stata una partita decente, ma ora per i bianconeri è più facile che un cammello passi nella cruna dell’ago che loro vincano lo scudetto.
A San Siro si sono affrontate casciavit e Maggica. Partita iniziata con grande corsa da entrambe le contendenti. Prima mezz’ora con occasioni per entrambe, palo della Roma, gol del Milan, pareggio con destro al volo della Joya. Le squadre giocavano senza particolari blocchi tattici, per cui si aprivano spazi nei quali affondare.
Ci sono stati momenti in cui i rossoneri sono parsi ad un attimo da ottenere la rete della vittoria: gestivano completamente il possesso palla ma senza scalfire il fortino romano. Però, nella fase finale, sono stati i capitolini a non approfittare adeguatamente degli spazi che il Milan, attaccando, lasciava: hanno imbastito alcune azioni pericolose, ma senza alcuna capacità di renderle produttive. Alla fine, un punto ciascuno che non serve ad alcuna delle due squadre.
Mi auguro che tutti abbiate potuto passare un sereno Santo Natale, riflettendo sul suo vero significato, su un fatto che ha rivoluzionato il mondo dando reale motivazione al nostro passaggio terreno.