Inzaghi poteva far poco di più in questa trentottesima giornata di Serie A. Se butti alle ortiche 3/4 occasioni che gridano vendetta non puoi addebitare le colpe all’allenatore. Lukaku, che pare essersi ripreso sul piano fisico, ha fallito ancor più del possibile, specialmente una rete a porta vuota da due metri che qualunque altra persona presente a San Siro avrebbe segnato. L’unica colpa imputabile a Inzaghi è quella di insistere su Correa. Sarà suo amico, sarà un bravo ragazzo ma con il calcio non c’entra niente, i nerazzurri hanno giocato in dieci. L’altra imputazione è la preferenza data a Gosens su Bellanova che, appena entrato, ha piazzato un paio di splendidi dribbling e solo per sfiga non ha trovato il pareggio. Si è visto un Brozovic ancora lontano da una forma decente, annullato da Bonaventura che ha anche segnato la rete della vittoria Viola. La Fiorentina non ha rubato nulla, ha solo avuto un eccesso di fattore K. Italiano ha ben impresso nelle teste dei giocatori che gioco vuole da loro, lo hanno così memorizzato che pur scendendo in campo con molte seconde linee i toscani non hanno mai dato l’impressione di soffrirne. Il gioco di squadra Viola ha prevalso sui singoli. Tre sconfitte consecutive la Beneamata non le subiva da anni.



Con la Juve, che incontrerà in Coppa Italia, o i nerazzurri entrano in campo determinati e con fame di vittoria o sarà una debacle. Infatti mentre i bauscia perdono le gare di “corto muso” in ugual modo le vincono i gobbi. Contro il Verona, assetato di punti, in particolare nella ripresa si è rintanata in difesa puntando sul contropiede e lasciando al portiere Szczesny la palma del migliore in campo. Però oramai ha pressoché raggiunto il quarto posto nella classifica di Serie A anche con i 15 punti di penalizzazione. Quella per entrare in Champions è la lotta più interessante del campionato, lottano in sette per tre posti, il Napoli è fuori gara, già incassato passaggio e scudetto.



Ha ripreso a vincere anche la Dea mantenendosi così in lizza per il quarto posto. Però ha vinto con la Cremonese che sta sempre più scivolando verso la Serie B, basti dire che ha perso anche con l’Inter! La Lazio ha passeggiato a Monza contro una squadra volitiva ma sicuramente molto affaticata dopo la gloriosa impresa di essere fra le prime quindici della classifica con grande vantaggio sulla terzultima. Non ha fatto nulla di speciale la squadra romana ma, data la lentezza di gioco delle due compagini, quella con maggiore tecnica ha prevalso con facilità. 

Ora gli aquilotti hanno cinque punti di vantaggio sull’Inter che è, momentaneamente, ancora al quarto posto a pari punti con la Maggica che si è sbarazzata, con una piccola sofferenza iniziale, della retrocedenda Sampdoria. Tre pere nella ripresa e ritorno in Liguria a testa bassa. Sempre bello vedere Dybala giocare, vale ogni volta il biglietto. 



È passato al terzo posto in classifica il Milan. I rossoneri a Napoli sono partiti con grande slancio e in mezzora hanno abbattuto i locali che senza Osimhen non sono la stessa squadra. Pioli ha fatto sua la lezione di Sarri e Inzaghi a Spalletti: chiusi in difesa, Lobotka bloccato da Bennacer e via in ripartenza. Il Napoli si batte solo così, lo avevano già fatto Inter e Lazio. I campani hanno cercato di reagire ma col “tutti all’attacco” si sono scoperti prendendo goleada e lezione dai milanesi: 4-0. Il centrocampo dei casciavit, con l’aiuto di Diaz e anche di Giroud, ha dominato quello napoletano. Se in Champions Spalletti non inventerà qualcosa la storia fra queste due squadre appare già segnata. Staremo a vedere.