SERIE A, 28^ GIORNATA
La 28a giornata della Serie A si è svolta nonostante una guerra incomprensibile e illogica stia velando il mondo di tristezza e paura. Una guerra che si pensava superata per sempre in Europa e che invece ci riporta a chiederci: un periodo di pace è solo un tempo felice fra due guerre? No, non vogliamo sia così! Purtroppo possiamo fare poco, solo aiutare, in tutti i modi possibili, il popolo ucraino assalito da chi vuole imporre, a qualunque costo, le proprie mire di potere a tutto il mondo civile. Non si pensi però di aiutarlo escludendo artisti, atleti e scrittori russi, eliminandoli dagli spettacoli, gare o dai corsi di studio. La cultura russa fa parte dell’Europa sanzionandola ci autopuniamo.
Calcisticamente la 28a di Serie A è stata la resurrezione dell’Inter. Legata alla pochezza dell’avversaria? In parte sicuramente anche se la Salernitana ha inserito molte novità di formazione, legate agli acquisti di gennaio, e arrivava da quattro partite utili consecutive, chiedete al Milan che a Salerno ha rischiato la sconfitta. All’inizio pareva un incontro tipo Sassuolo e Genoa: Verdi ha sciupato una facile occasione, ma dopo pochi minuti i bauscia hanno cominciato a macinare gioco e per i campani è iniziata una dolorosa agonia. Solito palo colpito da Lautaro che ha avuto anche una occasione ma il colpo di testa dall’area piccola è stato controllato da Sepe.
Piccola novità nei nerazzurri: Barella, splendida partita, si scambiava spesso la fascia con Chala, ciò sorprendeva la difesa granata.
Due lanci filtranti di Barella e Lautaro ringrazia e deposita in rete. Poi è solo Inter. Lautaro si guadagna il pallone, tre reti, e Dzeko ne aggiunge altre due. Brozovic dirigeva il complesso e nessuno degli orchestrali sbagliava una nota. Se la Beneamata non fa pazzie spompandosi a Liverpool, può tranquillamente continuare a macinare punti e mettersi la seconda stella.
Bella partita di Serie A fra Maggica e Dea. La prima è parsa sviluppare un calcio più fluido e intenso con grande partecipazione di Abraham e Zaniolo. La sconfitta di Roma pone fine all’epopea atalantina, l’impressione è che questa grande espressione della provincia italiana stia rientrando nei ranghi, squadra da settimo/ottavo posto in classifica. Senza Zapata e Ilicic è dura. La Lazio pare aver capito i desideri di gioco dell’allenatore Sarri, o questi – piu facile – ha inteso che il gioco va adattato ai giocatori che si hanno e non viceversa. Ha asfaltato il Cagliari e sarà difficile per tutti batterla nelle prossime giornate di Serie A.
Scesa in campo con il 4-4-2 scolastico, la Juve è partita all’attacco di uno Spezia arroccato attorno al portiere Provedel. Assente Dybala la Gobba è squadra di lavoratori del pallone. Conoscendone pregi e difetti, Allegri ha dato un gioco che corrisponde alle loro caratteristiche: non prenderle e poi, quando gli avversari sbagliano, la rete arriva. Così facendo i bianconeri si sono portati in zona Champions e non sono certo fuori dai giochi per lo scudetto. Non erano certo i liguri a poter fermare i piemontesi che dopo venti minuti, su errore della difesa avversaria, avevano già chiuso l’incontro. Non è stata una bella partita e, nella ripresa, gli spezzini hanno avuto più coraggio e giocato alla pari. Oramai però la frittata era fatta e la difesa juventina non poteva essere superata dai ragazzetti di mare.
Si sono incontrate Napoli e Milan in uno scontro decisivo per lo scudetto: chi perdeva era fuori corsa. Da come hanno corso e giocato si è visto che sono le due squadre più in forma del campionato. Più classe il Napoli, maggiore corsa i casciavit. Le squadre sono partite privilegiando l’impegno e la veemenza agli schemi. Spesso si creavano spazi perché ognuna, appena riprendeva palla, ripartiva a razzo con il possessore di palla che spesso non veniva seguito dai compagni. Infatti, nonostante il grande impegno e intensità di gioco di entrambe le contendenti, nel primo tempo non c’ è stato lavoro per i portieri. Da sottolineare la predisposizione dei milanisti allo scambio di ruolo mettendo in difficoltà le controparti avversarie.
Solo un colpo di classe o una cavolata poteva sbloccare il risultato. Infatti la rete arriva non per il vantaggio del Milan su un tiro sbagliato di Calabria ma girato in porta, con grande riflesso, da Giroud. Poi le squadre si sono allungate, gli azzurri in lotta per raggiungere il pareggio, i rossoneri per niente d’accordo. Il gioco è divenuto più bello ma di occasioni da rete ne sono nate poche. Il Milan va in testa alla classifica di Serie A con un vantaggio di due punti sull’Inter che ha una partita in meno ma che, se arrivasse a pari puntilascerebbe lo scudetto ai rivali per i regali fatti nel derby. Sempre, però, occhio alla Juve: è in pieno recupero.