La terza giornata del campionato di Serie A si è conclusa ed è giunto il momento di fare il punto della situazione su quanto accaduto in questo fine settimana, partendo da Napoli-Juventus. Allegri per due anni ha girato il mondo studiando il calcio di tutti i continenti. Ora, tornato alla Juve, ha illuso tutti i tifosi della Gobba, che si aspettavano un gioco nuovo, pimpante, tutto fraseggi rapidi e reti a caterve. A vedere dalle prime giornate, o non ha visto bene o non ha imparato niente… Sarebbe stato meglio Canà!
A Napoli i bianconeri sono parsi una squadra allo sbando, senza idee. L’errore di Manolas aveva concesso loro il vantaggio di giocare come Allegri sa, rientrare rapidamente e contropiede. La Juve ha continuato ad essere dominata dagli azzurri e, chissà in base a quale criterio, Allegri ha pensato di poter vincere l’incontro nel finale. Fuori Morata e dentro Kean: vai e trova il modo di segnare. Cavoli, lo ha fatto, ma nella porta sbagliata!
La Dea, invece, si è presa un paio di schiaffoni dalla Viola. Che sia finito il magic moment dell’Atalanta?Da calci in quel posto, invece, la partita dei bauscia. L’Inter parte contratta, ma poi comincia a dominare, nonostante Brozovic non sia quello dello scorso anno e Calha giochi sottotono, più Noglu che Calha! In generale, l’Inter pare una squadra presuntuosa, troppo convinta della propria forza. Due volte in vantaggio e due volte raggiunta da una Samp volitiva, ma certamente arrivata al pareggio per sbadataggini e superficialità difensiva della Beneamata. Splendide le reti di Dimarco e Lautaro, seguite da regali agli avversari, con occasioni buttate al vento per leziosità e mancanza di cattiveria, almeno tre clamorosissime! Poi è entrato Sensi, che fisicamente mi pare irrecuperabile: i nerazzurri hanno giocato in dieci gli ultimi venti minuti. Due punti buttati su un campo dove erano passati i casciavit. Ora aspettiamo una dimostrazione di orgoglio in Champions League contro il Real Madrid.
Troppo forte il Milan per una Lazio che deve ancora capire cosa vorrebbe Sarri, ammesso che lui lo sappia. I rossoneri corrono, hanno fame di vittoria, non si vergognano di giocare a uomo, si compattano in difesa e ripartono con grinta invidiabile. Ottimo Kessie su Milinkovic-Savic: lo ha costantemente seguito, sempre anticipandolo. Ha poi sbagliato il solito rigore a cui il Milan ha diritto ad ogni partita, ma, quando ne tiri tanti, aumentano le possibilità di errore. È rientrato Ibrahimovic, segnando un goal facile, che però ha azzerato le velleità di recupero laziali. I romani non hanno mai dato l’impressione di poter stare in partita. I diavoli di Pioli, in questo momento, compongono sicuramente il complesso più forte della Serie A. Comunque, meglio per tutti che in testa alla classifica vi sia il Milan: ci fosse stata la Juve, sarebbe già “fuga”.
La Maggica, contro il Sassuolo, è partita pressando molto alto. Ciò ha permesso alla coppia Berardi-Raspadori di partire con micidiali contropiedi, su uno dei quali solo un millimetrico calcolo della Var ha impedito agli emiliani di passare in vantaggio. La squadra neroverde ha mostrato grande personalità e di non avere timori reverenziali contro alcuna avversaria di Serie A. La Roma, per tutto il primo tempo, ha impostato poche azioni di livello, ma uno splendido schema su punizione ha permesso a Cristante di segnare, sorprendendo – e facendole fare la figura del cioccolataio – la difesa avversaria. Il secondo tempo parte con il medesimo stile del primo: bel gioco, ma nessun pericolo per i portieri fino al dodicesimo minuto, quando un’azione travolgente del Sassuolo produce il gol del pareggio. Risposta della Roma: gran palo.
Poi, i giallorossi hanno incrementato la corsa e la voglia di vincere. Conquistata la metà campo avversaria, hanno creato diverse possibili opportunità per segnare, ma hanno anche rischiato di andare sotto, specialmente quando Boga partiva con le sue incontenibili sgasate. I giallorossi possono essere paragonati all’Inter in materia di incapacità di cattiveria nell’area avversaria, nonostante Mou, nel finale, abbia mandato in campo tre attaccanti. È stato bello vedere due squadre che si sono affrontate a viso aperto con un solo pensiero: vincere. Potendo farlo una sola, è toccato alla Roma, a pochi secondi dalla fine, infinocchiare gli avversari con un gran tiro a giro del Faraone. Tre squadre sono ora in testa alla classifica di Serie A, in rappresentanza di nord, centro e sud: Milan, Roma e Napoli.
Lentamente, con l’aiuto della scienza, il mondo sta uscendo dalla grande crisi sanitaria ed economica che lo ha colpito. Il ritorno dei tifosi allo stadio, la ripresa, con successo, delle grandi fiere, mostrano la necessità e il desiderio delle persone di muoversi e operare. Aspettiamo ora Emo Milano 2021 (4-9 ottobre) per avere la tangibile dimostrazione della voglia delle persone di relazionarsi e, investendo sulle macchine alla base dell’industrializzazione, di migliorare la propria competitività.