Alla settima giornata in Serie A, se non fosse stato per un rigore provocato dalla presunzione della difesa comasca, sarebbe stato molto difficile per il Napoli muovere il risultato che il Como aveva imposto a fine primo tempo: 1-1. Gli azzurri sono obiettivamente più forti, ma il Como ha mostrato un gioco che definirei essenzialmente spettacolare e armonioso. Ora i partenopei, con questa vittoria, hanno mostrato che la loro presenza in testa alla classifica non è casuale, ma anzi, vorrebbe essere il primo scatto di una fuga: vogliono essere i Pogacar della Serie A.
Non ha ceduto l’Inter, che come un segugio insegue la lepre del Vesuvio. Contro il Torino, rimasto in dieci dopo una ventina di minuti, ha macinato gioco ma senza riuscire a concludere. C’è voluta tutta l’esperienza di Acerbi, per l’occasione uomo assist, e lo strapotere atletico di Thuram affinché i bauscia potessero mettere sotto i granata, che Vanoli, giustamente, aveva disposto a completo ed esclusivo tentativo di difendere la propria rete. Lautaro è parso stranito e la difesa un po’ svagata: bisogna riconcentrarsi, essere più umili e accelerare il gioco se si vuole tenere il passo per lo scudetto.
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Ha perso l’occasione la Gobba che, seppur avvantaggiata da un rigore ridicolo, si è fatta pareggiare dal Cagliari. I bianconeri, dopo due mesi di campionato, non hanno ancora deciso quale sia la struttura del proprio centrocampo e, ora che hanno sfortunatamente perso Bremer, rischiano di ballare anche in difesa. Nella ripresa, dal tipo di gioco espresso, si capiva che gli isolani avrebbero pareggiato: avranno fatto almeno dieci ripartenze.
Ancora convalescente, la Maggica ha rischiato a Monza. Juric ha trovato il modo di fare di Dovbyk un goleador, però non si vede ancora un gioco di squadra. Bisognerà insistere: sappiamo che Juric è sempre riuscito a fare buone cose nelle squadre che ha allenato, lo farà anche con i giallorossi, non gli hanno certo consegnato uno squadrone!
Mezz’ora di maggior attività della Fiorentina ha portato ai viola solo una rete di vantaggio con Adli. Ciò perché Kean ha sparato in bocca a Maignan un calcio di rigore assegnato per una di quelle cavolate che possono accadere nelle aree. Le squadre si sono schierate con moduli speculari; i casciavit sono apparsi più tecnici ma meno reattivi, con difficoltà a servire gli attaccanti. Alla prima azione milanista, nei minuti di recupero del primo tempo, anche la difesa viola ha commesso il suo rigorino: De Gea ha parato il tiro di Hernandez. È stata la serata dei portieri! Infatti, prima del quarto d’ora della ripresa, altro rigorino provocato da Kean su Gabbia: tira Abraham e De Gea para.
Il diavolo ha però cominciato meglio la ripresa, con grande continuità e maggior presenza nella metà campo toscana. Niente di eccezionale, ma sufficiente per il pareggio di Pulisic. Da quel momento i rossoneri devono aver pensato che ormai fosse solo questione di aspettare il momento del raddoppio. Invece è stata la Fiorentina a concedere il bis su colpevole disattenzione della difesa milanista. I rossoneri si sono buttati avanti per tentare il recupero, ma la difesa viola ha tenuto con sufficiente facilità, anche perché, poco prima del raddoppio toscano, era uscito Leao.
Palladino si conferma bestia nera per la seconda squadra di Milano: l’ha sconfitta con Monza e Fiorentina. Obiettivamente questa squadra, a meno di miracoli, non pare dotata al punto da mirare allo scudetto. Dobbiamo però affermare che stiamo giocando un campionato in cui non è ancora apparsa la squadra dominante, le favorite sono tutte racchiuse in pochi punti. Scommettiamo che tutto si deciderà solo a primavera?