Alla sesta giornata in Serie A, l’Okoye o non l’Okoye? È stata la domanda che tutti si sono posti dopo una quarantina di secondi al Dacia Arena quando, con un lancio millimetrico, Darmian ha messo Frattesi davanti al portiere dell’Udinese Okoye. Questi non l’ha colto e già al primo minuto la partita pareva, per i campioni d’Italia, una gita in Friuli. Ma i bauscia, in questo campionato di Serie A, non hanno la concentrazione, determinazione e cinismo che li caratterizzava lo scorso anno. Infatti hanno sbagliato caterve di occasioni, si sono fatti raggiungere dai bianconeri e, buon per la Beneamata, che Lautaro, e con lui la Thula, si è svegliato piazzando una doppietta.



Ma, subendo due reti a partita, i nerazzurri non possono pensare di rivincere lo scudetto. Il centrocampo non ha più gli automatismi del passato e costringe la difesa a ballare e, oramai in troppe occasioni, i tre stangoni che fanno da centrali si fanno fregare di testa. L’Inter deve svegliarsi e non pensare troppo alla Champions, la sua dimensione non va al di là del nostro campionato.



Hanno vinto con passeggiatine, contro Lecce e Genoa, i casciavit e i gobbi. Entrambe hanno dovuto aspettare un tempo per regolare i rivali: il Milan con tre reti in cinque minuti approfittando dell’inconsistenza del portiere salentino, la Juve trasformando un calcio di rigore stupidamente regalato dai genoani. L’impressione è che vincere il campionato quest’anno sarà più complesso rispetto a molte delle ultime stagioni, le cosiddette grandi sono troppo forti rispetto alle concorrenti di seconda fascia per cui saranno fondamentali gli scontri diretti.

Ad essi vorrebbe iscriversi la Maggica che, nella sesta gara dell’anno, ha fatto tremare Juric e i propri tifosi. Il Venezia l’ha dominata per tutto il primo tempo, poi la maggior forza fisica e tecnica, unita a un po’ di fortuna, ha permesso ai lupi di non far la figura dei polli: Venezia battuto. Anche l’altra romana, la Lazio, ha vinto togliendo al Torino la gioia di rimanere capolista.



In cima alla classifica si è piazzato il Napoli, che ha schiacciato il povero Monza. Come tutte le squadre di Conte, i campani giocano molto coperti in difesa e mirano a ripartenze rapide con Kvara e Politano. Infatti le reti del vantaggio napoletano sono state di loro produzione. I brianzoli erano partiti bene, ma dopo dieci minuti già non reggevano più il confronto. Gli azzurri non hanno coppe da giocare e, spesso, le squadre di Conte, quando balzano in testa alla classifica, difficilmente si fanno risuperare.

La classifica di Serie A rimane cortissima; ora inizieranno i confronti fra le pretendenti alla gloria, tempo un mese e sarà chiaro chi vivrà l’annata da protagonista.